Ticino
Un pentito fa tremare Belardelli
Un pentito fa tremare Belardelli
Un pentito fa tremare Belardelli
Redazione
9 anni fa
Il presunto imprenditore, quando era vicino al FC Lugano, avrebbe ricevuto 32milioni di dollari dalla mafia

Fa ancora discutere Pietro Belardelli, presunto patron del Lugano Calcio nei primi anni 2000. Lui, dopo la parentesi ticinese, aveva trascorso mesi dietro le sbarre, a Reggio Calabria, con accuse pesantissime, ma mai provate. Belardelli è stato infatti prosciolto da reato di riciclaggio e collusione con la criminalità organizzata.

Oggi su il quotidiano la Repubblica, a distanza di anni, arrivano pesanti accuse di un pentito di mafia, Michele Amandini, boss mafioso personalmente coinvolto nel traffico d’eroina e in sequestri di persona. In stretti rapporti d’affare con Florio Fiorini, il faccendiere amico di Silvio Berlusconi, legato tramite diverse società di riciclaggio alla Svizzera, ha parlato in questi giorni ai magistrati di Reggio Calabria.

E parla di una gigantesca operazione gestita dalla 'ndrangheta e dalla mafia di New York. "Noi eravamo in contatto anche con Belardelli, presidente del Lugano calcio". Tramite complicate operazioni finanziarie venivano - secondo il pentito - riciclati i soldi sporchi delle organizzazioni criminali. Mediante titoli americani a rischio (agganciati ai crediti dei mutui ipotecari) denominati GNMA, si fece una prima operazione di 32 milioni di dollari per finanziarie il Lugano Calcio. Soldi che provenivano dalla famosa famiglia Gambino, la più potente della mafia newyorkese.

Amandini dalla metà degli anni Ottanta - come spiega ancora la Repubblica - è stato il principale consulente finanziario che ha impiantato la ndrangheta al Nord. Molti legami con il nostro paese. "Avevamo contati con alcune banche e infettavamo il mercato svizzero con titoli tossici". Amandini oggi sta parlando e sono in molti a tremare.

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