
Nelle campagne di promozione turistica, il Ticino è sempre presentato come l’anima mediterranea della Svizzera. Il Mediterraneo è davvero il “mare nostrum” ticinese, e così i suoi porti, in particolare quelli liguri e di Genova specialmente.
Una pioggia di grandi opere
Lo si è ribadito durante la quarta edizione del convegno “Un Mare di Svizzera”, organizzato dall’Astag (Associazione svizzera dell’autotrasporto). I porti liguri sono importanti per la Svizzera, ma pure la Confederazione, e con essa tutto il Nord Europa, lo è per loro: è anche per questo che alle grandi opere infrastrutturali realizzate dal nostro Paese, quali AlpTransit e il nuovo tunnel autostradale del San Gottardo, i porti della Liguria hanno risposto con 29 progetti infrastrutturali per 2,3 miliardi di euro.
La Germania deve recuperare
Se quindi Svizzera e Italia hanno fatto i compiti, ora occorre volgere lo sguardo a Nord: “In futuro dovremo ‘agganciare’ la Germania”, commenta Filippo Lombardi, presidente del comitato promotore di “Un Mare di Svizzera”. “Lugano non è certo il terminale Nord della rete dei trasporti europei, ma può esserne il motore”. Indispensabile ora è però che la Germania, oggi in grave ritardo, completi le infrastrutture per i trasporti.
“Bruciato le tappe”
In questi mesi, parlare di porti fa subito pensare ai problemi nell’approvvigionamento di merci e materie prime che stanno facendo schizzare verso l’alto i prezzi di numerosi prodotti. La mente corre pure al gigantesco mercantile che la scorsa primavera ha interrotto il traffico merci globale, incagliandosi nel Canale di Suez. “Sono fenomeni che fanno pensare a un mondo non gestito”, concede Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale, che però relativizza: “Secondo me, abbiamo solo bruciato le tappe della globalizzazione nell’ultimo ventennio”.
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