Viaggi
Un “Furgo” e due polpette, le avventure di Larissa in un blog
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Andrea Scolari
2 giorni fa
Larissa Fumasoli racconta su Van & Alps Adventures, così come sui propri canali social, i viaggi che fa insieme ai suoi due cani a bordo di un van. “Lo faccio per ricordare le avventure e condividerle, è uno spazio spontaneo con racconti di vita vera”, ci confida.

Un blog, due gambe, quattro ruote, otto zampe e mille avventure da raccontare “per ricordare, rivivere e condividere un’esperienza vissuta in modo semplice e senza troppi fronzoli” insieme ai propri cani. Così si potrebbe riassumere quello che Larissa Fumasoli, ticinese amante delle attività all’aria aperta, soprattutto in montagna, scrive su Van & Alps Adventures. Un’idea nata diversi anni fa. “Nel 2019 ho acquistato un van, ‘Furgo’ per gli amici, e ho iniziato a viaggiare e condividere le foto dei viaggi prima su Facebook e poi su Instragram e infine anche sul blog”, ci racconta.

“Ma questo lo racconterai?”

“Durante i primi anni viaggiavo solo con Luna (uno dei suoi due cani ndr) e poco alla volta sia gli amici, sia le persone che conoscevo solo tramite i social, hanno iniziato a chiedermi dove avevo pernottato, se i cani erano ben accetti in un qualche campeggio oppure qual era il punto di partenza di una passeggiata che avevo condiviso”. Così si è creato “uno scambio di informazioni ed esperienze tra persone con gli stessi interessi”. Ma Van & Alps Adventures “vuole restare un blog alla mano” e Larissa “si rende conto di quanto è apprezzato quando, durante un suo viaggio, riceve dei messaggi con una sola richiesta: ‘ma questo lo racconterai?’”.

Con loro non mi sento mai in pericolo
Larissa Fumasoli

Le due polpette

Co-protagoniste nei racconti di Larissa sono le sue “due simpatiche polpette”, ovvero Luna e Maki. La prima “è una meticcia di 9 anni, curiosa e molto affettuosa”, mentre la seconda è un pastore della Lessinia di 4 anni, “vivacissima e instancabile. Quando viaggio da sola con loro”, ci confida, “non mi sento mai in pericolo”. Luna e Maki “sono molto protettive e se qualcuno di sconosciuto si avvicina al van stanno all’erta”. Ma se Larissa ha un atteggiamento positivo e l’estraneo è amichevole “tutto va bene, altrimenti diventano dei veri e propri cani da guardia”.

Viaggiare in van con due cani

Negli anni è cambiato il modo in cui Larissa affronta i viaggi. “In parte”, ci spiega, “per il fatto di aver preso confidenza con questo stile di vita e in parte per un cambiamento caratteriale. Inizialmente cercavo di programmare tutto nei minimi dettagli, partendo da casa con il campeggio già prenotato, la lista dei ristoranti ‘dogfriendly’ e se avevo qualche dubbio su una meta piuttosto ci rinunciavo”. Ora è diverso. “Ho imparato che bisogna essere ben informati per quanto riguarda la destinazione scelta, ma per il resto…viva l’improvvisazione: valuto quotidianamente le condizioni meteorologiche e cerco di assecondare quello che voglio fare con quello che è adeguato alle esigenze di Luna e Maki”. Loro, le due polpette, “hanno caratteri ed esigenze diverse e imparare a rendere il viaggio piacevole per tutti ha richiesto del tempo”. Resta il fatto che “viaggiare con i cani è un impegno, soprattutto a livello organizzativo: dalle pause adeguate lungo il viaggio alle varie leggi dei Paesi in cui ci si ferma”.

L’unico problema che ho riscontrato è la mancanza di rispetto tra proprietari di cani
Larissa Fumasoli

Ad oggi Larissa non ha vissuto esperienze davvero negative, ma ha riscontrato un unico grande problema: “la mancanza di rispetto tra proprietari di cani”. Luna e Maki “sono molto protettive nei miei confronti, ma anche della loro casa viaggiante. Così, quando dei cani liberi si sono avvicinati troppo al ‘Furgo’, malgrado avessi chiesto al proprietario di tenerli a una certa distanza, gli animali hanno ‘litigato’ tra loro e di conseguenza si è creato un malcontento tra padroni”. Un discorso che “non è direttamente legato alla van life”, ma piuttosto “a una questione di rispetto in generale”.

“Diciamo la verità: il van non è comodo”

Viaggiare in van “è sicuramente avventuroso, ti permette di dormire in luoghi con una vista mozzafiato, di cenare al tramonto senza rumori e molto altro, ma diciamo una volta per tutte la verità: non è comodo”. Per questo, ci spiega Larissa, “viaggiare con qualcuno nello stesso veicolo è una bella sfida e richiede di essere molto in sintonia”. Così negli ultimi anni ha iniziato a viaggiare da sola e “le esperienze sono state solo positive: le persone ‘attaccano bottone’ più facilmente e in un attimo ti puoi trovare a passeggiare o camminare con una persona sconosciuta con cui in realtà hai tantissimi punti in comune”. Inoltre “non si deve condividere il poco spazio a disposizione e si possono vivere le giornate secondo i propri ritmi”.

“Ho sempre avuto fame di scoprire nuovi posti”

Ticino, Svizzera, Italia, Francia e Spagna. Queste sono solo alcune delle mete raggiunge da Larissa, Luna e Maki a bordo del “Furgo”. Una voglia di scoprire nuovi posti che la nostra interlocutrice ha nel sangue. “Penso mi sia stato insegnato dai miei genitori in modo indiretto. Ho due fratelli adottati dal Togo e già da piccola viaggiavo molto con la mia famiglia. Vedere posti nuovi e conoscere nuove culture è sempre stata una cosa spontanea e ho continuato a farlo proprio perché mi piace e mi arricchisce personalmente”.

“Negli ultimi anni si è aggiunta la componente montagna: anche andando meno lontano, parlando a livello di chilometri percorsi, cerco di visitare i luoghi da una nuova prospettiva e ho sempre questa voglia di ‘arrivare in cima’. Il raggiungimento di una vetta, il panorama dall’alto, quel senso di libertà e di leggerezza sono diventate una componente fondamentale per i miei viaggi, perché mi riempiono davvero il cuore”.

“Con il cuore e l’impegno le cose arrivano”

Raccontare le proprie avventure per Larissa al momento è una passione. La domanda, visti i tanti blogger, vlogger, youtuber e influencer è una: hai mai pensato di trasformarla in una professione? “L’ho sempre detto scherzando, ma non l’ho mai preso seriamente. Il blog al momento è uno spazio spontaneo a cui dedico il tempo che riesco a ritagliarmi tra lavoro e hobbies. Non sforzo le cose, sono convinta che se ci si mette il cuore e l’impegno in quello che si fa i risultati arrivano da soli”.

Desidero resti uno spazio spontaneo con racconti di vita vera
Larissa Fumasoli

Una naturalezza che si riflette nelle pubblicazioni dei contributi. “Vado a periodi, come per i viaggi, non mi sforzo a scrivere qualcosa, anche perché desidero che resti uno spazio spontaneo con racconti di vita vera. Ci sono stati periodi in cui ho scritto più articoli ravvicinati, dove durante i viaggi mi ricordavo di fotografare tanti dettagli da pubblicare, e poi c’è stato quest’anno, dove ho fatto dei viaggi ma non ho scritto nulla a riguardo”. Questo anche perché “una volta a casa mi rendevo conto di non aver scattato delle foto che sarebbero state utili e interessanti”. Concretamente Larissa dedica a Van & Alps Adventures “qualche ora al rientro da una vacanza, cercando sempre di portare temi interessanti e inerenti al mondo della vanlife con i cani”.

“Bisogna normalizzare l’imperfezione”

Scorrendo Van & Alps Adventures si nota che Larissa parla anche di un proprio viaggio interiore e lo stesso fa su Instagram, dove non nasconde quegli aspetti più fragili e intimi comuni a molte persone. “Mi batto da sempre per una cosa che ritengo importantissima: rendere reali e vere le cose che si pubblicano. È normale che viene più facile pubblicare lo scatto perfetto e condividere i momenti di gioia. Tutti noi quotidianamente però abbiamo delle battaglie personali da affrontare ed è giusto normalizzarle, perché non sempre tutto è perfetto”.

Non è fortuna, ma organizzazione
Larissa Fumasoli

“Allo stesso tempo non deve essere un pretesto per lamentarsi e rendere tutto pesante. Spesso le persone mi dicono che sono fortunata a viaggiare così tanto, ma in realtà ho quattro settimane di vacanza all’anno e cerco di sfruttare al meglio i fine settimana. Non è fortuna, ma una scelta a livello di priorità e organizzazione”. Inoltre c’è chi dice a Larissa che “non è possibile avere dei dolori con tutta la montagna che fai”. Ma queste ignorano il fatto che “un giro in montagna può costare alla nostra interlocutrice ore di recupero e dolori, così come un’organizzazione del tempo ottimale e la rinuncia a svolgere molte altre attività perché il mio fisico non riesce a reggere quello che per gli altri può essere ‘normale’”.

“Non è stato facile, ma è importante”

Raccontare le proprie difficoltà per Larissa “non è stato facile”, anche perché inizialmente lei stessa faticava ad accettarle. “Ma la condivisione che trasmette più emozioni è quella reale e imperfetta, perché si è abituati a vedere su uno schermo un mondo perfetto con uno standard di normalità molto elevato che può far sentire le persone in difetto”.

Quella gomma bucata nel Dieserto de los Monegros

Parlando di avventure a bordo di un furgone con due cani, non si può non chiedere un aneddoto o un disastro combinato dalle “due simpatiche polpette”. In realtà “Luna e Maki non hanno mai fatto pasticci”. C’è però uno pneumatico forato che è rimasto impresso nei ricordi di Larissa. “Potrei parlarvi ore di viaggi, destinazioni, organizzazione dello spazio e menu da cucinare sulla strada, ma sono completamente ignorante per quanto riguarda la meccanica del veicolo”. A maggio 2023 la viaggiatrice ticinese si trovava in Spagna, nel Dieserto de los Monegros, lungo uno strada sterrata. La sera, ricorda, "vado a dormire senza nessun problema e la mattina, quando riaccendo il veicolo, noto che si accende la spia degli pneumatici. Così scendo dal ‘Furgo’ e controllo le gomme, ma nessuna ruota mi sembrava a terra”.

“Decido di azzerare la spia pensando che si trattasse di un errore, ma poco dopo si illumina di nuovo. Il fatto è che mi trovavo a chilometri dal primo centro abitato e il telefono non prendeva. Senza nessuna fretta e cercando di prestare la massima attenzione guido per quasi un’ora fino al primo distributore di benzina, dove provo a gonfiare la gomma. No, la spia non si è spenta e si sentiva l’aria fuoriuscire dallo pneumatico. Entro così nel negozio del distributore e chiedo informazioni in uno spagnolo incomprensibile: mi informano che ci sono diversi garage nella zona, ma era il momento della siesta e nessuno avrebbe rialzato la serranda prima delle 17. Senza ombra e un filo d’aria, con due cani nel veicolo, non potevo aspettare tre ore e così mi sono data da fare e ho cercato un meccanico che non fosse in pausa: era a 45 minuti di strada. Ho guidato fino a lì, dove mi hanno cambiato gratuitamente la gomma in poco tempo. Ho passato ore a capire dove andare e cosa fare, ma dopo due settimane dal mio rientro ho scoperto che in un vano del van c’era tutto il necessario per sostituire una ruota”.