Ticino
Un faro sull'idrovia Locarno-Venezia
Redazione
2 anni fa
Da decenni il sogno nel cassetto è quello di riportare in vita l'antico percorso idrico. Claudio Rossetti ha accompagnato centinaia di turisti fino a Venezia: "Ci sono ancora barriere, ma si cambiano i mezzi".

670 km li dividono, un corso d’acqua li unisce. Il Ticino e Venezia hanno un legame antico. Il fiume Ticino che collega il Lago Maggiore e la città di San Marco, attraverso Milano e Pavia, in passato fungeva da via di trasporto per persone e merci. Furono i Visconti i precursori dell’idrovia, soprattutto Filippo (duca di Milano fino al 1447), che si recava con le sue navi ai castelli viscontei di Locarno. Lungo il percorso fluviale si trasportò il marmo di Candoglia per la realizzazione del Duomo di Milano o il legname dalle valli ticinesi verso il capoluogo lombardo per la costruzione delle case fino al 1800.

Riportare in vita l’idrovia

Abbandonate le motivazioni commerciali, da decenni il sogno nel cassetto è quello di riportare in vita un antico percorso idrico chiamato proprio idrovia Locarno–Milano–Pavia–Venezia, di cui si continua a parlare nell’ottica di recupero ambientale e di turismo sostenibile. Dal 2009 ogni anno un gruppo di turisti avventurosi parte in gommone da Locarno, scende attraverso il Lago Maggiore fino a Sesto Calende, dove si supera la Diga della Miorina (quella che regola il livello del Lago Maggiore). Il percorso prosegue lungo il fiume Ticino fino alla suggestiva diga ottocentesca del Panperduto dove si formano due canali (canale Villoresi e il Naviglio Grande), da cui si raggiunge la Darsena di Milano. A tratti non è possibile proseguire via acqua e così si cambia mezzo, inforcando la bici lungo i canali. Un viaggio suggestivo che da Pavia attraversa Piacenza, Cremona, per poi arrivare al momento più incantevole: l’entrata in laguna a Venezia, epilogo di un viaggio che ripercorre centinaia di anni di storia.

Il progetto 

Il percorso lo conosce bene Claudio Rossetti, operatore del settore viaggi di navigazione interna, che dal 2009 ha organizzato 25 viaggi con 450 turisti lungo il fiume. E proprio in questi giorni l'idrovia è stata al centro di un convegno nell'ambito di EspoVerbano, durante il quale si è tematizzato la navigazione sostenibile ed è stato presentato il progetto Interreg "Slowmove", che mira ad agevolare la percorribilità dell'idrovia. "Ci sono ancora difficoltà di enti e strutture pubbliche per aprire completamente alla navigazione questa via storica che la rende unica in Europa", racconta Rossetti, sottolineando che ci sono ancora barriere lungo il fiume, come ad esempio a Sesto Calende. "Le barriere sono principalmente tre e si trovano nella prima parte dei 670 km che impediscono la navigazione". Se da un lato ci sono ancora importanti passi da fare, dall'altro si è riusciti anche a rendere più comodo il viaggio lungo una tratta. "Abbiamo convinto un imprenditore di Cremona a creare appositamente un catamarano da fiume, che può ospitare fino a 25 passeggeri, con il quale dal 2016 scendiamo a Venezia. La richiesta è enorme, piace soprattutto agli svizzeri-tedeschi, che hanno questo sogno di raggiungere il mare sulle vie d'acqua".