
E così, malgrado il disperato appello della famiglia Bianchi, il Consiglio comunale di Breggia ha accettato a maggioranza di vendere quattro immobili tra cui l'ex casa dei preti di Caneggio.
Padre, madre e le tre figlie dovranno quindi abbandonare il loro progetto di vita in valle, che avevano iniziato cinque anni su invito del Municipio di Breggia (vedi articoli suggeriti).
Un addio che lascia l'amaro in bocca. "Per la famiglia sfrattata il 25 dicembre 2015 non sarà certo un momento di gioia" scrive il consigliere comunale Franco Crivelli in un'opinione pubblicata sul Giornale del Popolo di oggi.
Era stato proprio Crivelli, ai tempi in cui era municipale di Breggia, a battersi per portare una giovane famiglia in valle, con lo scopo di promuovere concretamente l'insediamento dei giovani in un Comune periferico.
"Durante il Consiglio comunale di martedì, sostenuto dal gruppo Insieme a sinistra, ho cercato invano di convinvere i consiglieri comunali di rinunciare alle vendita degli immobili, che racchiudono dentro se stessi valori affettivi derivati dai ricordi della vita di quei tempi, valori storici e paesaggistici che il Comune dovrebbe essere fiero di possedere" scrive Crivelli. "Il Municipio non ha neppure valutato il valore potenziale, con progetti intelligenti e lungimiranti, che alcuni di questi immobili potrebbero portare a beneficio sia della comunità che delle casse comunali."
"Dietro la vendita degli immobili si cela l'effimera illusione che le finanze di Breggia vanno bene e quindi che il Legislativo e l'Esecutivo hanno fatto un buon lavoro" prosegue Crivelli, "nessun aumento di moltiplicatore e in primavera tutti verranno rieletti. Con la vendita degli immobili in realtà gli abitanti di Breggia saranno più poveri di prima e avranno tre bambine in meno alle scuole comunali. Per la famiglia sfrattata il 25 dicembre 2015 non sarà certo un momento di gioia."
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