Ticino
Un anno senza Giornale del Popolo
Un anno senza Giornale del Popolo
Un anno senza Giornale del Popolo
Redazione
6 anni fa
Era il 17 maggio 2018 quando il quotidiano chiuse i battenti dopo 92 anni di storia: "Era come essere sulle montagne russe"

È passato esattamente un anno dalla consegna dei bilanci del Giornale del popolo (GdP) in Pretura, un gesto che mise la parola fine ai 92 anni di storia del quotidiano ticinese. La decisione fu un fulmine a ciel sereno, nessuno infatti si sarebbe aspettato un epilogo così repentino provocato in seguito al fallimento della Publicitas, la società che sosteneva circa la metà delle spese del giornale. Nemmeno la direzione si aspettava che il buco provocato dalla società pubblicitaria avrebbe causato una chiusura del giornale così rapida.

Per tentare di risollevare il GdP si tentò il tutto e per tutto, ma il Vescovo restò inamovibile. La Curia, senza Publicitas, non aveva i mezzi per finanziare il giornale. Tuttavia il 18 maggio il Giornale del Popolo uscì comunque, con 20 pagine completamente bianche.

Nei giorni seguenti l’incertezza regnò sovrana. C’è chi parlava di una cordata di benefattori: una flebile speranza, destinata a sfumare. Anche il presidente del Governo Claudio Zali cercò di tendere una mano, proponendo di finanziare il quotidiano con fondi pubblici. Ma Mons. Lazzeri, ancora una volta, smorzò i toni. In mezzo al vortice ci furono i dipendenti, travolti da un terremoto di proporzioni enormi. Per loro non ci fu nulla da fare se non ricorrere alla disoccupazione.

“Il ricordo che ho è la sensazione di essere stato sulle montagne russe - ha dichiarato Gregorio Schira, ex caporedattore del giornale ai microfoni di TeleTicino -. Un attimo si sperava che si potesse trovare una soluzione, subito dopo si capiva che non c'era.”

Il 5 giugno, meno di un mese dopo, la Pretura di Lugano decretò il fallimento. Per il GdP non ci fu più niente da fare. È qui che la frattura fra direzione ed editore appare quanto mai evidente. Nel giro di pochi giorni la direzione riusce a proporre un progetto di finanziamento che purtroppo però non viene preso in considerazione dall'editore. Per i dipendenti l’unica consolazione fu il fondo di solidarietà assicurato e versato loro nei mesi successivi. Oggi del GdP resta soltanto un ricordo.

 

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