
Continua ad aumentare in Svizzera il numero di residenti che beneficiano di aiuto sociale. Nel 2017 erano 278'345, in crescita dell'1,9% su base annua, pari a 5000 persone. Il rischio di ricorrere a questo tipo di sostegno continua ad essere maggiore per bambini, divorziati e stranieri, indica una nota odierna dell'Ufficio federale di statistica (UST). Spicca la forte progressione tra gli ultracinquantenni.
Sono ancora una volta i cantoni più urbani quelli a registrare i tassi più elevati, superiori alla media svizzera, che nel 2017 si situava al 3,3%. Ai primi posti troviamo Neuchâtel (7,5%), Basilea Città (6,3%), Ginevra (5,9%), Vaud (4,7%), Berna (4,2%) e Soletta (3,7%). In Ticino la quota era sotto la media nazionale (2,9%), mentre Grigioni figurava fra i cantoni con i tassi più bassi (1,4%).
Come detto, particolarmente rilevante è la crescita del numero di persone tra i 50 e i 64 anni che percepiscono l'aiuto sociale, salito dal 2,5% del 2011 al 3,2% del 2017 (aumento del 28%). In termini assoluti si è passati da 38'484 a 54'615 persone, ciò che rappresenta una crescita del 40%. Parallelamente la popolazione residente è aumentata solo del 14%.
Il balzo avanti è dovuto soprattutto ai beneficiari dell'aiuto sociale che ricorrono all'assistenza già da tempo, precisa l'UST. Ciò si può constatare osservando la durata media di percezione delle prestazioni assistenziali: nel 2011, nella fascia di età in questione era pari a circa 41 mesi, per poi aumentare a circa 54 mesi nel 2017 (32%). Nelle fasce di età più giovani, questo andamento è nettamente meno marcato.
Dal 2011 al 2017 la quota di minorenni a beneficio di aiuto sociale è cresciuta dal 4,9% al 5,3%, mentre fra gli stranieri questa percentuale è aumentata di 0,3 punti percentuali portandosi al 6,3%. Fra le persone divorziate lo scorso anno la quota era del 5,6%.
L'aiuto sociale nel settore dell'asilo ha seguito le fluttuazioni degli arrivi. A causa del calo marcato di domande registrato lo scorso anno, il numero di beneficiari è sceso di 5000 unità, a 50'714. La quota di persone che fanno capo a questo sostegno è però passata dall'88,4% del 2016 al 90,4% del 2017.
Il numero di rifugiati beneficiari di queste prestazioni è invece continuato ad aumentare: nel 2017 erano 27'945, 2401 in più rispetto all'anno precedente. All'interno di questa popolazione la quota di aiuto sociale si situa all'86,3% (2016: 85,8%).
Caritas deplora e critica Confederazione
Per Caritas - che ha diffuso una nota in mattinata - è deplorevole come la Svizzera non riesca a ridurre la povertà proprio ora che l'economia sta bene. Eppure la Confederazione ha firmato l'Agenda 2030 con cui si impegna a diminuirla della metà, rileva l'organizzazione.
Berna ha deciso quest'anno di non proseguire il programma nazionale in materia, preferendo delegare questo compito ai Cantoni e ai Comuni, deplora ancora Caritas. La digitalizzazione delle condizioni di lavoro non fa altro che aumentare la precarietà, prosegue l'ong, chiedendo un adeguamento delle leggi in materia di protezione dei lavoratori e di sicurezza sociale.
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