
Da una parte l’euro che si indebolisce sulla scia della paura di una crisi energetica in Europa. Dall’altra, il franco che si rafforza anche a seguito della decisione della Banca Nazionale Svizzera di alzare il suo tasso guida di mezzo punto percentuale. E si è rafforzato tanto che ieri ha quasi raggiunto il suo massimo nei confronti dell’euro. Quest’ultimo ha toccato un minimo storico a 0.98 franchi.
L’impatto
La situazione mette decisamente pressione agli uffici di cambio. “C’è stata un’affluenza record nell’ultima settimana”, spiega ai colleghi di Ticinonews Francesco Ardemagni, titolare di Ardelive. “Sicuramente è una grande opportunità di cambio, per i frontalieri ma anche per gli stessi svizzeri. Tutti vogliono acquistare un po’ di euro a questi prezzi molto vantaggiosi che non si vedevano da tanti anni. Siamo praticamente alla parità, se non sotto, quindi è chiaro che si possono comprare molti più euro con meno franchi”. In passato con 100 franchi si potevano acquistare, nella migliore delle ipotesi, 99 euro. In questo momento invece “siamo alla parità, se non meglio. Una buona notizia per i risparmi accumulati dai frontalieri, ma anche per i diversi svizzeri che vogliono magari tenere un po’ di euro per le vacanze”.
Un paragone con il passato
Quello raggiunto ieri pomeriggio dall’euro è il livello più basso di sempre, se si esclude il 15 gennaio 2015, quando la BNS abolì la soglia minima di cambio e la moneta europea crollò a un minimo di 0.96. La situazione di oggi non è comunque paragonabile a quella di sette anni fa. “È un po’ diverso”, precisa Ardemagni. “In quel caso si partiva da 1.20 e si è arrivati a 1, dunque c’è stato proprio un assalto e c’era paura di finire gli euro, perché fondamentalmente era difficile anche reperirli”. Oggi, inoltre, la situazione si sta protrando più a lungo nel tempo, mentre nel 2015 “ci fu un boom di 3-4 giorni”.
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