
A cinque anni dai fatti è approdata oggi davanti alla Corte delle Assise Correzionali di Lugano, presieduta dal giudice Marco Villa, la travagliata vicenda del Baby Paradise, l'asilo d'infanzia salito alla ribalta della cronaca per un'inchiesta sui presunti maltrattamenti ai danni di diversi bambini. Sul banco degli imputati l'ex direttrice della struttura, una sessantenne che all'epoca dei fatti era stata arrestata ed aveva trascorso un periodo di carcere preventivo. "È sposata? Quando è nata? Dove ha frequentato le scuole?". Le ha chiesto Villa. Domande alle quali l'imputata ha risposto pacatamente, ma con fermezza. La donna - ricordiamo - è chiamata a rispondere di ripetuta violazione del dovere di assistenza o educazione, ripetuto abbandono, ripetuta coazione e tentata truffa pure ripetuta. Addebiti che l'ex responsabile dell'asilo, che è difesa dall'avvocato Massimiliano Schiavi, ha sempre respinto. "Sono accuse infamanti", ha ribadito stamane la donna davanti al giudice. I fatti, secondo l'accusa sostenuta dalla procuratrice Clarissa Torricelli, che ha ereditato il caso dall'ex collega Luca Maghetti, si sarebbero svolti sull'arco di più anni, fra il 1999 e l'aprile 2005, prima nella sede di Cassarate del Baby Paradise, poi in quella di Besso. Le presunte vittime sono 66. Alcuni genitori si sono già costituiti parte civile, altri come parte lesa.L'accusata: "Ho un progetto: difendere i diritti dei bambini"Capelli corti, grigi, indossa orecchini di perle. Ha parlato con fermezza, divagando spesso. L'accusata non ha mai risposto direttamente alle domande poste dal giudice. E il giudice ha dovuto riprenderla. Ogni volta. "Risponda con un sì o con un no", l'ha ammonita Villa. La donna è accusata, tra l'altro, di aver legato i piccoli ospiti della struttura con le cinghie ai seggiolini o ai letti, di averli schiaffeggiati, sculacciati, di aver dato loro cibo andato a male - secondo l'accusa "Ripugnante e disgustoso, dal puzzo acido come constatato anche dal Laboratorio cantonale" - di averli ingozzati obbligandoli ad ingoiare il cibo, di averli messi in una camera da soli a piangere per ore fino a portarli allo sfinimento. Alla domanda del giudice: "Che progetti ha per il futuro?". La donna ha tentennato, ha detto di avere molti interessi. Poi, incalzata da Villa, ha risposto: "Vorrei lavorare con i bambini per difendere i loro diritti". E in aula, gremita da molti genitori delle presunte vittime, si è levato un mormorio.Tutti i numeri del Baby ParadiseDall'apertura del Baby Paradise nel 1996 fino al 2005 hanno frequentato l'istituto 607 bambini. "Potrebbero essere di più. Tra gli 800 e i 900", ha voluto precisare l'accusata. Contattati dalla polizia, 150 genitori hanno dichiarato di non aver nulla da segnalare. "Per alcuni bambini è stato deciso di abbandonare il procedimento per intervenuta prescrizione", ha sottolineato il giudice. Oltre all'accusata, ha spiegato il giudice, sono state verbalizzate 200 persone tra dipendenti, stagiaire, genitori e vari testimoni. Nelle due sedi - a Cassarate e a Besso - hanno lavorato circa 100 persone tra personale ausiliario, dipendenti e stagiaire. Di queste 100, la polizia ne ha identificate 36, che sono state verbalizzate a più riprese. Delle 36 persone verbalizzate, 11 erano stagiaire, mentre delle restanti 25 solamente 4 avevano una formazione specifica di insegnante di scuola materna, d'asilo o di scuola elementare. Dal 2003 a oggi presso il Baby Paradise hanno lavorato 15 delle 36 persone verbalizzate: un contabile, 14 dipendenti di cui 3 con una formazione specifica, 5 stagiaire e il resto era personale non espressamente formato. "Non contro tutte le 36 persone è stato aperto un procedimento penale. Solamente nei confronti di 21 persone. Per 10 di esse è stato emesso un no
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