
“Possiamo discutere di eccezioni e cercare di risolvere qualche problema. In generale, però, tutti devono attenersi alle stesse regole, è una questione di giustizia e di equità”. Così si è espresso ai microfoni di Ticinonews l’ambasciatore dell’Unione Europea in Svizzera e Liechtenstein Petros Mavromichalis, giunto oggi a Bellinzona per un incontro con il governo ticinese. Un incontro breve, per far presente la particolare situazione del nostro Cantone. “Credo che ci sia comprensione, anche perché questioni transfrontaliere esistono anche all’interno dei confini europei, magari tra nazioni con differenti poteri d’acquisto”, ha spiegato il consigliere di Stato Manuele Bertoli.
“Vogliamo soluzioni globali”
La visita di oggi, va ricordato, è stata comunque una visita di cortesia e non certo un incontro diplomatico risolutivo, che non è comunque appannaggio di un’autorità cantonale. E la posizione dell’Ue, dopo l’abbandono svizzero dei negoziati sull’accordo quadro, non è cambiata. “Aspettiamo di vedere cosa ci proporrà il Consiglio Federale per raggiungere una soluzione globale a questi problemi”, ha continuato Mavromichalis. “Non vogliamo soluzioni parziali, ma globali, che permettano alla nostra relazione di crescere”.
“Fare passi in avanti con le misure interne”
Insomma, l’Ue aspetta risposte da Berna, che a sua volta deve trovare condivisone su cosa concedere a Bruxelles. Un grande tema è sempre stato quello delle misure di accompagnamento alla libera circolazione. Ma quanto margine c’è per delle concessioni? Bertoli, come consigliere di Stato socialista, ha affermato che “passi in avanti possono essere fatti, con misure interne, ma bisogna volerlo fare. Qui abbiamo un po’ una dicotomia, perché gli stessi che non vogliono, in qualche modo, rapporti stabili con l’Ue, non sono disposti a fare passi avanti sulle misure interne. Lo abbiamo visto, nel nostro piccolo, con il salario minimo ticinese: le opposizioni vengono sostanzialmente da quelli che sono in prima fila contro l’Europa. Se non riusciamo a trovare misure da rafforzare, che possano essere compatibili con il diritto europeo, tutto diventa più complicato”.
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