Ticino
Tumori, il 70% dei malati svizzeri sopravvive
Immagine © CdT/ Chiara Zocchetti
Immagine © CdT/ Chiara Zocchetti
Thomas Schürch
3 anni fa
Si tratta di un dato importante, come conferma il responsabile dei centri oncologici specialistici Stefano Cafarotti. “Bisogna recarsi dal medico al primo sintomo, senza ritardare e senza avere paura, perché oggi di cancro si può guarire”

In Svizzera c’è ancora, in generale, la tendenza a parlare poco di un tumore o di un cancro. Ed è proprio per invertire questa tendenza che ieri a Lugano ha preso avvio l’Oncoforum, una due giorni dedicata allo stato dell’arte nella cura dei tumori più diffusi nel nostro cantone, ma soprattutto per parlare di prevenzione.

I dati
Ogni anno in Svizzera sono all’incirca 40'000 le diagnosi di tumore, un numero che sta crescendo con un trend costante e che è dovuto all’invecchiamento della popolazione. Un aumento però si riscontra anche nella percentuale di sopravvivenza. E proprio quello della sopravvivenza “è il dato interessante”, spiega ai microfoni di Ticinonews il responsabile dei centri oncologici specialistici Stefano Cafarotti. “Si parla di circa il 70%, se guardiamo globalmente i tumori. È nettamente migliorata rispetto al passato”. Questo “genera un cambiamento per le strutture ospedaliere, perché se aumenta l’incidenza, cioè il numero di tumori, ma la gente guarisce di più, abbiamo ogni anno una popolazione oncologica che deve essere organizzata all’interno delle strutture ospedaliere”.

Aumentati i centri oncologici specialistici
E per far fronte a questo fabbisogno l’Eoc, anche in vista del futuro aumento, negli ultimi anni ha istituto e incrementato il numero dei centri oncologici specialistici. “Sono cinque e rispondono proprio a questa esigenza di organizzare i tumori più frequentemente rappresentati nella popolazione ticinese, ovvero quelli che riguardano polmone, seno, prostata, colon-retto, e anche i tumori cerebrali”.

I programmi di “screening”
Nell’ambito della prevenzione e dell’evoluzione positiva della sopravvivenza rientrano anche i programmi di “screening” attivati sul territorio, che in futuro dovrebbero aumentare. “Agiamo con due programmi di “screening”, afferma il direttore del Dss Raffaele De Rosa. “Quello concernente il tumore al seno, al quale vengono invitate annualmente 25'000 donne, il 60% delle quali aderisce all’invito”, e il secondo programma “che partirà concretamente entro la fine di quest’anno ed è quello di “screening” per il tumore del colon-retto”.

Un’offerta poco sfruttata?
Una risposta concreta e altamente specializzata nel campo dei tumori quella offerta nel nostro cantone. Un’offerta, però, di cui ancora oggi non tutti i ticinesi sono a conoscenza. “Penso che la popolazione, probabilmente, non sappia tutto quello che noi possiamo fare oggi nei centri oncologici specialistici, dove abbiamo veramente un gruppo estremamente preparato in materia di tumori”, commenta la direttrice medica e scientifica dello I’Osi Silke Gillesen Sommer.

Lo scoglio della paura
Lo scalino ancora da superare, parlando di tumori, rimane quello della paura. “Il timore del paziente nell’affrontare un percorso oncologico trova delle radici molto lontane, quando parlare di tumore significava morte”, riprende Cafarotti. “Il messaggio di quel 70% di sopravvivenza e l’impatto delle diagnosi precoci dovrebbe far riflettere tutti e spingere la gente a recarsi dal medico al primo sintomo, senza ritardare e senza avere paura: perché oggi di cancro si può guarire”.

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