
Il Ticino e la Romandia sono le regioni svizzere con più casi di tumore al polmone in Svizzera. L'incidenza per le regioni latine è di 61.3 casi per 100mila abitanti, nella Svizzera tedesca scende al 54.8. Altro dato interessante: il 32.2% dei ticinesi fuma, percentuale che scende al 28.2 nella Svizzera francese e al 26.4 in quella tedesca. Questi sono i dati pubblicati dall'Ufficio federale di statistica per il periodo 2015-2019. Come interpretarli? Quali cure esistono? Ci sono programmi di prevenzione? Domande che Ticinonews ha fatto ad Antonio Valenti, caposervizio di pneumologia all'Ospedale regionale di Lugano.
Come si spiega questi risultati?
"In Svizzera ogni anno vengono effettuate all'incirca 4'800 nuove diagnosi di tumore polmonare. Si tratta del tumore più mortale, il 'killer' numero 1 tra questo tipo di malattie, anche se per frequenza è secondo nell'uomo e terzo nella donna. La spiegazione va ricercata principalmente nell'esposizione ai fattori di rischio. Il principale è il fumo, con una percentuale di fumatori del 32% in Ticino, ma che sale al 41% nella fascia 15-34 anni. La seconda causa è il radon, un gas radioattivo che si forma in modo naturale nel suolo, si disperde nell'aria ma si concentra nei luoghi chiusi, dove viene inalato. In seguito, una volta all'interno del sistema respiratorio, decade emanando delle radiazioni che causano il danno cellulare. Il nostro Cantone è stato dichiarato come territorio ad alta concentrazione di radon. A livello svizzero si stima che fino a 300 tumori polmonari mortali all'anno siano causati da questo gas".
Qual è la terza causa?
"La qualità dell'aria e l'inquinamento possono essere associate a un rischio aumentato di contrarre un tumore polmonare".
Quali sono i sintomi?
"I sintomi sono aspecifici. Possono essere presenti in altre condizioni e quando sono legati al tumore spesso significa che questo è già in uno stadio avanzato. I sintomi più tipici sono la tosse, la mancanza di fiato, l'espettorazione di sangue, le infezioni polmonari. Spesso anche una stanchezza generalizzata inabituale o una perdita di peso inspiegata possono essere causate da questa malattia".
Per i tumori al colon e al seno in Ticino esiste un programma di screening che punta a una diagnosi precoce, per quello polmonare perché non esiste?
"Attualmente in Svizzera non esiste un programma di screening come accade per il tumore al colon o quello al seno. È stata creata una task force che sta portando avanti il tema a livello amministrativo federale. Siamo in una fase di transizione di implementazione perché è necessario avere un programma ben strutturato e valido che selezioni la popolazione a rischio. Un corretto screening, mostrano i dati emersi dalla letteratura, può ridurre la mortalità del tumore polmonare del 20-25%".
Qual è la speranza di vita?
"La speranza di vita dipende soprattutto dallo stadio della malattia al momento della diagnosi. Nel momento in cui c'è il sospetto di un tumore polmonare è importante che il paziente venga preso a carico da un team multidisciplinare ed effettui tutti gli accertamenti diagnostici del caso per definire al meglio la gravità della malattia e il trattamento da seguire. Evidentemente la speranza di vita è più alta se il tumore viene diagnosticato precocemente, in uno stadio precoce una sopravvivenza di 5 anni è da considerarsi buona, vale per il 90% dei casi. Per i pazienti in uno stadio più avanzato non è possibile proporre una rimozione chirurgica della massa tumorale, ma si possono combinare terapie differenti. In questo caso meno del 25% delle persone vive ancora cinque anni. Va detto che si possono combinare più trattamenti per avere un intento curativo. Ci sono stadi localmente avanzati, ma non ancora metastatici, per cui vengono messe in atto delle modalità terapeutiche combinate: pensiamo alla chemioterapia associata alla radioterapia e ai nuovi farmaci a bersaglio molecolare o basati sull'immunoterapia".
Esistono delle cure efficaci?
“La cura efficace è sicuramente l'asportazione chirurgica. Se, ad esempio, viene localizzato un tumore di un centimetro senza segni di metastasi, lo si può asportare. In questo caso viene considerato curato. Bisogna dire che c'è sempre un rischio di recidiva, anche negli stadi precoci. A livelli più avanzati, invece, dove si combinano diversi trattamenti, l'intervento è curativo e il rischio di recidiva più alto. Per gli stati metastatici, oggigiorno le nuove terapie ci stanno sorprendendo in quanto vediamo delle risposte che fino a qualche anno fa non potevamo immaginare. Ma non abbiamo dati sul lungo termine per giudicare l'impatto di questi trattamenti nelle fasi più acute della malattia".