
Sono 24 i Comuni ticinesi nei quali le analisi svolte dal Laboratorio cantonale nel 2012 hanno evidenziato concentrazioni troppo alte di arsenico nell'acqua.
Lo rivela oggi il Giornale del Popolo, sottolineando che si tratta di una brutta tegola per i Comuni coinvolti, che dovranno ora spendere - o hanno già speso - decine e decine di migliaia di franchi se non milioni per abbassare le quantità della sostanza nell'acqua potabile.
Il Comune più toccato dal problema è Capriasca, dove il Laboratorio cantonale ha rinvenuto ben 9 fonti di acqua potabile non conformi. Nel Comune di Alto Malcantone ne sono state trovate 5, mentre sul territorio di Lugano 4, tutte fonti nel frattempo "messe fuori servizio", come spiega il vice direttore delle AIL Michele Broggini.
Al contrario della Città di Lugano, che ha molta acqua a disposizione, Capriasca non ha potuto chiudere le fonti: "Necessitiamo di quell'acqua per far fronte al nostro fabbisogno idrico", dichiara Mattia Vescovi, responsabile dell'Azienda acqua potabile di Capriasca. In questo caso si prevede quindi di realizzare tre impianti di abbattimento dell'arsenico, per un investimento stimato in circa 3 milioni di franchi.
Gli altri Comuni con concentrazioni di arsenico fuorilegge sono risultati essere Aranno, Astano, Barbengo, Bedano, Bioggio, Camorino, Curio, Intragna, Iseo, Lamone, Locarno, Losone, Melide, Miglieglia, Monte Ceneri, Morcote, Ponte Tresa, Sessa, Torricella-Taverne, Vernate e Vira Gambarogno.
Il GdP ricorda infine che il limite di arsenico naturale nell'acqua potabile è di 10 microgrammi al litro, ma che in ogni caso sotto i 50 microgrammi al litro il rischio sanitario legato al consumo di acqua contaminata "è da ritenersi molto basso".
I 24 Comuni che superano la soglia hanno cinque anni di transizione per mettersi a norma ma, visti appunto i bassi rischi legati alla presenza dell'arsenico, in questo lasso di tempo "non è stato imposto loro di adottare particolari misure a tutela della salute dei consumatori, nemmeno dei più deboli."
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata