Ticino
Trincea di Massagno, l’associazione dei cittadini non ricorre
Marco Jäggli
5 anni fa
I “Cittadini per il territorio di Massagno” restano comunque contrari al progetto e confidano nei ricorsi da parte di altri cittadini

Scade domani, 13 novembre, il termine per l’inoltro dei ricorsi per il PR della trincea di Massagno, pubblicato il 30 settembre.. L’associazione “Cittadini per il territorio di Massagno” rinuncerà però ad opporsi legalmente, dopo essersi opposta “per anni, con petizioni, referendum e ricorsi ai progetti che volevano edificare massicciamente sull’area e servirla con una strada di penetrazione a tre corsie. Questo, però, si legge nel comunicato, per ragioni pratiche più che di merito: “le ragioni pratiche che ci sconsigliano di ricorrere ai giudici, derivano dal fatto che come associazione arrischiamo di non vederci riconosciuta la legittimazione”. Considerato quindi “che altri cittadini di Massagno e di Lugano ricorreranno”, l’associazione riununcia a questa azione.

Due ragioni contro il progetto
Nel merito, si legge ancora nella nota, “avremmo però almeno due solide ragioni per impedire che le autorità si impegnino in un’impresa sproporzionata, senza speranza di successo. La prima ragione riguarda la fattibilità finanziaria: è stato calcolato”, scrive l’associazione, “che la copertura della trincea costerà presumibilmente 100 mio CHF e che i possibili introiti saranno di soli 30 mio CHF”, con un investimento netto “fuori misura” di 70 milioni.

“Il secondo motivo”, si legge, “riguarda la correttezza dell’azione pianificatoria. Le regole stabilite dalla Legge federale della pianificazione del Territorio (LPT), stabiliscono che zone edificabili supplementari possono essere decise solo se (...) resta una necessità di sviluppo a cui bisogna provvedere nei prossimi 15 anni”. Questo non è il caso, per l’associazione: “nel comune di Massagno e nelle aree confinanti gli appartamenti sfitti e i progetti edilizi in corso copriranno largamente i bisogni della prossima generazione. Per quanto riguarda la SUPSI ci sembra spregiudicato tirarla in ballo per altri progetti oltre a quelli da lei già previsti e in via di completazione. Quindi un PR che prevede nuove zone edificabili non sostenute dalla 2 clausola del bisogno, non deve e non può essere approvato”.

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