
Tredici anni di carcere. “Una pena appena adeguata a riparare il male fatto.” Così si è espressa la presidente della corte delle assise criminali di Lugano Agnese Balestra Bianchi leggendo nel tardo pomeriggio la sentenza del processo a carico del killer di Losone: Antonio Barbieri, 47 enne di origini calabresi, che la sera del 19 agosto 2008, freddò con un colpo di pistola al cuore Ersan Ozkan e ferì alla gamba e all’addome il fratello Ayan. “Una colpa gravissima”. Lapidaria la giudice che non ha voluto aggiungere altre parole per commentare questo dramma. Barbieri è stato dunque condannato per omicidio intenzionale consumato e tentato. Sull’atto d’accusa figuravano altri reati cosiddetti minori: infrazione alla legge sugli stupefacenti, sulle armi, lesioni, ma erano quasi tutti pacificamente ammessi dall’imputato. “Si è trattato tuttavia di un processo difficile, ha ammesso Balestra Bianchi, perché poneva alla corte un quesito difficile, ovvero l’intenzione di Barbieri di uccidere. Nemmeno le perizie hanno potuto chiarire se i colpi sono partiti quando Barbieri aveva le mani libere oppure se era disturbato da una sorta di colluttazione con Ayan e quindi se sparò accidentalemente come sosteneva la difesa, rappresentata dall’avvocato Ignazio Maria Clemente. Con le prove che aveva, la Corte non ha potuto accertare il dolo diretto ma solo quello eventuale. Comunque Barbieri ha accettato il rischio di fare del male premendo non una, ma ben tre volte il grilletto della pistola. La Corte delle assise criminali di Lugano ha pure riconosciuto alla famiglia Ozkan un risarcimento di circa 80 mila franchi. Matteo Bernasconi
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