Ticino
Tre svastiche nel parco di Torricella
Immagine Facebook account Amici Parco del Castello
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Daniele Coroneo
4 anni fa
Sono apparse nel fine settimana nel parco del castello. Benché si tratti probabilmente di una semplice bravata, per il presidente degli Amici del Parco è importante riflettere sul loro significato

Forse è stata una semplice bravata, certo è che gli atti di vandalismo che si sono verificati nel fine settimana a Torricella fanno storcere il naso: tre svastiche – dal disegno alquanto maldestro, a dire il vero – sono apparse su una bacheca del parco giochi dei giardini del castello del villaggio luganese.

La denuncia pubblica è avvenuta sulla pagina Facebook degli Amici del Parco del Castello, il cui presidente Carlo Denti, non appena saputo della comparsa di tre svastiche sulla struttura informativa, si è subito “dato da fare per toglierle, ritenendo che fosse sbagliato tollerare questo simbolo lasciandolo in vista”. Le svastiche disegnate con una bomboletta spray sono così state raschiate via dalla bacheca, sebbene la loro traccia sia ancora abbastanza visibile.

Perché dare visibilità a questo episodio
A far propendere per la “ragazzata” quale origine di questo gesto di cattivo gusto vi è pure stato il rinvenimento “nel cestino dell’Alu di due bombolette spray”. Vandali dal senso civico almeno in ambito ecologico, si direbbe. Eppure, come ci spiega Carlo Denti, parlare di un fatto che sembrerebbe tanto marginale è in realtà importante: “Il parco deve mantenere un carattere di apertura, restando un luogo di incontro e di aggregazione, dove ci sia uno scambio fra le generazioni e dove i bambini, un domani adulti, potranno dire: ‘Ho passato dei bei momenti in questo parco’. È per questo che vogliamo che un atto di questo genere abbia visibilità, facendo riflettere su ciò che non si dovrebbe fare”.

Riflessione
Da un tale atto vandalico, secondo Carlo Denti, è dunque possibile trarre una lezione: “Il mio invito è riflettere sui periodi del passato richiamati da questi simboli, ignorati del tutto dalle generazioni odierne”.

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