
È iniziato nel pomeriggio di oggi in Gran Consiglio il dibattito di entrata in materia per il Preventivo 2026 che, lo ricordiamo, presenta un deficit di 97,4 milioni e tre rapporti, nessuno con la forza sufficiente per essere approvato senza astensioni. Il rapporto di maggioranza, di Plr e Centro, sposa sostanzialmente la linea del Consiglio di Stato, eccezion fatta per l’aumento dell’imposta di circolazione da 5 milioni di franchi. “Il nostro è un atto di responsabilità istituzionale, ma non sposa integramente quanto proposto dal Governo”, ha affermato il co-relatore Matteo Quadranti (Plr). “Restando ampiamente nel margine del freno al disavanzo, pone all'Esecutivo alcuni paletti”. ”. "La discussione sul preventivo è indicativa di una sempre maggiore incapacità di trovare una sintesi tra le diverse visioni politiche", ha commentato l'altro co-relatore, il centrista Maurizio Agustoni. "Del resto, forse per la prima vota da anni, il preventivo è oggettivamente costruito su reciproche concessioni ai rispettivi tabù". Tuttavia “questo sforzo di sintesi del Governo è stato immediatamente sconfessato dalle forze politiche che rappresentano il 60% dei suoi membri".
Durisch: "Gli sgravi hanno riempito le tasche di pochi"
Partito socialista e Verdi hanno invece sottoscritto un rapporto che boccia molti dei tagli proposti dall’Esecutivo. Nel documento si propone però l’entrata in vigore delle iniziative sui premi casse malati approvate dal popolo il 28 settembre già da gennaio, in maniera graduale. E per la copertura finanziaria, si sostiene che andrebbero utilizzati gli 80 milioni che molto probabilmente arriveranno dagli utili della BNS. “I disavanzi non nascono dal nulla, ma da anni di sgravi fiscali", ha rimarcato il relatore Ivo Durisch (Ps). "È inutile dire che mancano i soldi dopo averli regalati ai più benestanti. Gli sgravi hanno riempito le tasche di pochi e se volessimo davvero lasciare i soldi ai cittadini, bisognerebbe aumentare i sussidi di cassa malati, e non tagliare le imposte”.
Guerra: "Servono coraggio e chiarezza”
Il terzo e ultimo rapporto, targato Lega-Udc, impone al Governo un pareggio di bilancio da raggiungere nel 2026 e da ottenere agendo unicamente sulle uscite. Tra le proposte, la non sostituzione del 50% del personale pubblico partente. “10 anni fa il Parlamento mise un vincolo nel decreto: ‘risanare entro fine legislatura lavorando prioritariamente sulla spesa’", ha ricordato il relatore, il leghista Michele Guerra. "Oggi la situazione è peggiore rispetto ad allora, e proprio per questo gli aumenti delle entrate non sono più digeribili. La via d’uscita esiste, ma servono coraggio e chiarezza”. “Lo Stato deve funzionare come un’azienda. In particolare, bisogna tagliare il numero dei dipendenti e andare verso il superamento del granitico dipartimentalismo che vige attualmente", gli ha fatto eco la democentrista Roberta Soldati.
Gobbi: "Il nostro cantone ha bisogno di dialogo"
Il Consiglio di Stato, dal canto suo, ha difeso il lavoro fatto, invitando il Parlamento alla responsabilità, approvando il rapporto di maggioranza. “La logica del duello alla messicana non giova a nessuno: irrigidisce le posizioni, impoverisce il confronto e rende più difficile individuare soluzioni concrete", ha dichiarato il Presidente dell'Esecutivo Norman Gobbi. "Il nostro cantone ha bisogno di dialogo, ascolto reciproco e di un impegno comune. Solo muovendoci assieme possiamo agire realmente nell’interesse generale del Ticino”.
