Criminalità
Tratta di esseri umani: "Il fenomeno esiste anche in Ticino, ma resta invisibile"
Redazione
3 giorni fa
Angela Oriti, direttrice dell’associazione Astrée, lancia un appello in occasione della giornata nazionale contro la tratta di esseri umani: "In Ticino la presa a carico è molto limitata".

Anche in Svizzera, e in particolare in Ticino, la tratta di esseri umani è un fenomeno ben presente, ma ancora poco visibile. Stando alle cinque Organizzazioni non governative (Ong) della Piattaforma contro la Tratta (Fiz, Astrée, Csp Ginevra, Antenna MayDay e Avit) le vittime identificate nel 2024 sono 202, in leggero aumento rispetto all'anno precedente (+4). Ma i numeri reali sono probabilmente molto più alti, avverte Angela Oriti, direttrice dell’associazione Astrée a Ticinonews.

Chi sono le vittime

"È praticamente impossibile tracciare un profilo tipo delle vittime di tratta perché siamo di fronte a donne, uomini e anche minori che sono reclutati e subiscono delle false promesse. Sono costretti a prostituirsi o a lavorare in condizioni di sfruttamento, soprattutto nella ristorazione, nel lavoro domestico o in appartamenti adibiti a luoghi di prostituzione". La maggior parte delle vittime sono donne, ma questi dati sono solo la punta dell'iceberg, sottolinea Oriti. "Si tratta dei dati delle organizzazioni che lavorano sul campo, quindi delle persone identificate prese in carico dalle quattro organizzazioni. Siamo riusciti a contattarle grazie a un lavoro di formazione e ad un servizio di consulenza specializzato. Ma sono certamente molti i casi a cui non abbiamo avuto accesso e che rimangono nell'ombra".

Alcuni casi

Tra i casi più ricorrenti, racconta Oriti, vi sono donne nigeriane, spesso adescate nel Paese d’origine con false offerte di lavoro e poi fatte arrivare in Europa attraverso viaggi organizzati da reti criminali. In Svizzera, vengono costrette a prostituirsi per ripagare debiti tra i 25.000 e i 40.000 franchi, sotto la minaccia di ritorsioni. Anche donne colombiane risultano coinvolte, spesso sfruttate in appartamenti e non sulle strade. Ma anche gli uomini finiscono vittime di sfruttamento, impiegati per salari miserabili e orari eccessivi in settori come la ristorazione o come personale domestico, a volte presso famiglie diplomatiche.

Difficile denunciare

Per le vittime denunciare è estremamente difficile, sottolinea Oriti, perché spesso mancano le condizioni minime di protezione. “Chi di noi – chiede provocatoriamente – denuncerebbe un gruppo criminale senza la garanzia di protezione, un alloggio sicuro e la possibilità di restare sul territorio?” L’esperienza di Astrée dimostra che quando le vittime sono realmente protette, sono anche disposte a collaborare con le autorità e contribuire alle indagini. “Le vittime prese a carico nella maggior parte dei casi denunciano e collaborano a tutta la procedura penale, cosa che contribuisce ad arrivare a delle condanne per questi individui o gruppi criminali”.

La situazione in Ticino

Nel contesto della Svizzera italiana le cose si complicano ulteriormente, sottolinea la nostra interlocutrice. "In Ticino l'associazione Antenna MayDay svolge un lavoro importantissimo di identificazione delle situazioni di potenziale tratta, ma non ha l'opportunità di offrire un'accoglienza in un luogo sicuro né un accompagnamento a diversi livelli. Resta quindi una presa a carico molto limitata”, denuncia Oriti. “Le istituzioni hanno difficoltà a guardare in faccia questo fenomeno. Ho spesso sentito dire che in Ticino non ci sono casi o ce ne sono pochi e quindi non c'è bisogno di agire. In realtà è vero il vero il contrario: se non ci sono casi è perché non si è ancora in grado di identificarli in modo corretto. Bisogna quindi migliorare la presa in carico e uscire da questa cecità. Il fenomeno c'è ma bisogna dotarsi di strumenti per farlo emergere", conclude.