Ticino
Trappole letali per la selvaggina, scatta l’interrogazione
Immagine Federazione dei cacciatori ticinesi (FCTI)
Immagine Federazione dei cacciatori ticinesi (FCTI)
Redazione
4 anni fa
La questione è arrivata sui banchi del Consiglio di Stato a causa delle recinzioni che vengono impiegate dagli allevatori che “si trasformano in vere e proprie trappole mortali”

Da qualche anno la Federazione dei cacciatori ticinesi (FCTI) – attraverso la propria rivista, il suo sito internet e la sua newsletter – denuncia la letalità di alcuni tipi di recinzione, segnatamente quelle denominate “flexinet” (reti elettrificate), ma anche reti metalliche a nodi o il filo spinato. A tal proposito Sebastiano Gaffuri e Claudio Isabella hanno inoltrato un’interrogazione al Consiglio di Stato in cui riportano un recente studio del 2020 secondo il quale si stima che in Svizzera siano dai 3’000 ai 4’500 gli animali morti nelle recinzioni tra terribili sofferenze che possono durare anche giorni interi. Il 70% delle morti è attribuibile alle reti elettriche e riguardano in particolare caprioli, camosci, cervi, ma altresì volpi, lepri, mustelidi, cinghiali e cigni.

“Recinzioni che si trasformano in vere e proprie trappole”
Secondo i primi firmatari “tali recinzioni vengono impiegate dagli allevatori ma spesso (soprattutto le reti) si trasformano in vere e proprie trappole mortali per i selvatici, i quali – una volta che vi rimangono impigliati – vi perdono la vita tra atroci patimenti”. Nell’interrogazione si fa riferimento a due articoli. Uno della Legge sulla protezione degli animali, l’articolo 4 e l’altro dell’articolo 142 della Legge di applicazione del Codice civile che “lungo le strade pubbliche l’uso di mezzi di cinta che possono ferire gravemente uomini o animali, come fili metallici a spine artificiali o frammenti di vetri, se posti a meno di due metri d’altezza dal livello della strada”. Ma, i firmatari sottolineano, “non risultano altre normative cantonali che disciplinano la posa delle recinzioni sul territorio ticinese”.

Le associazioni agricole, Caccia Svizzera, la Protezione svizzera degli animali, e altri enti, così come alcuni uffici federali, propongono agli allevatori delle direttive concernenti la posa e l’uso adeguato delle recinzioni. “L’uso delle reti è raramente contemplato (e comunque sconsigliato), e se proprio si vogliono impiegare queste devono essere adeguatamente posate, controllate giornalmente, demarcate correttamente e immediatamente tolte qualora non più necessarie eppure in Ticino sono ampiamente utilizzate, anche per cintare ampi pascoli (persino in alta montagna), sovente in maniera impropria, oppure lasciate sul posto senza venire smantellate”, sottolineano i firmatari.

Le domande al Consiglio di Stato
1. Il Consiglio di Stato è a conoscenza della problematica? Esistono dei dati al proposito?
2. Se sì, come intende affrontare la questione? Non sarebbe ora di perlomeno proibire l’uso del filo spinato su tutto il territorio cantonale e non solo lungo le strade?
3. È già successo che vi siano stati degli interventi per animali intrappolati? Quale ufficio cantonale interviene in questi casi? Risultano delle contravvenzioni comminate al proposito? Quante? Su quale base legale? A quanto ammontano?
4. Risulta che il Cantone abbia sussidiato la posa di reti elettrificate, in particolare nell’ambito della limitazione dei danni causati dalla selvaggina (misure di prevenzione secondo il RLCC)? Se sì, non sarebbe il caso di non più sussidiare, in qualunque ambito, la posa di questo o di ogni altra recinzione pericolosa?
5. Il CdS prevede di adottare delle norme cantonali in materia che definiscano l’uso appropriato delle recinzioni a tutela della selvaggina?
6. Se sì, quali sono le modalità (ad es. nuove norme nella legge sulla caccia) e le tempistiche?

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