
Il passaggio dal mondo formativo a quello professionale è più difficile per ticinesi e romandi che per gli svizzerotedeschi, ma è globalmente soddisfacente per l'insieme della Svizzera. Stando a risultati intermedi dello studio TREE, primo nel suo genere nella Confederazione, incontrano difficoltà anche i giovani di condizione socio-economica svantaggiata e che avevano risultati scolastici modesti.Nell'ambito della ricerca Transizione tra formazione e lavoro (TREE, Transitionen von der Erstausbildung ins Erwerbsleben) è stato seguito un campione di circa 6000 giovani che nel 2000, quand'erano sedicenni, hanno preso parte al progetto PISA (Programme for International Student Assessment) e contemporaneamente portato a termine la scuola dell'obbligo. Il campione è rappresentativo a livello nazionale e a livello di regioni linguistiche.Il rapporto intermedio pubblicato oggi, ma datato dicembre 2007, fornisce una panoramica della situazione nel 2006. Un risultato inatteso è che la probabilità di esercitare una professione nella Svizzera tedesca per un giovane è circa doppia rispetto alla Romandia e addirittura tre volte maggiore alla Svizzera italiana.Per i ricercatori una possibile spiegazione risiede nel fatto che nella Svizzera latina la quota di giovani che escono dal sistema formativo senza un diploma del settore medio superiore (apprendistato, liceo, scuola di commercio) è "chiaramente superiore" a quella della Svizzera tedesca. In questa ultima regione linguistica vi sono inoltre maggiori possibilità formative nel secondario II di carattere meno esigente. In più, l'offerta di posti di lavoro nella Svizzera latina appare più contenuta.ATS
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