
In questi giorni i controllori che lavorano sui bus della TPL (Trasporti pubblici luganesi SA) sono accompagnati da una persona che non indossa l’uniforme. C’è dunque chi s’è chiesto se la TPL stia per caso varando una nuova strategia contro i “portoghesi”. E non parliamo dei cittadini del Portogallo, naturalmente, ma di tutti quei furbetti che salgono sui bus senza pagare il biglietto. Ebbene: non è così. La TPL non ha per ora deciso di aumentare i controlli, facendo capo oltre ai normali controllori in divisa anche a dei controllori in borghese, come capita invece a Zurigo. La Direzione della TPL intende invece affinare le procedure di incasso delle soprattasse, anche in vista della nuova comunità tariffaria, che imporrà un trattamento identico di ogni passeggero trovato in fallo sui mezzi di ogni azienda che opera nel nostro Cantone. Per questo si è rivolta alle FFS, che in queste settimane sta verificando la possibilità di registrare i dati dei passeggeri senza titolo di trasporto mediante l’apparecchio elettronico portatile, già da tempo utilizzato sui treni. Le FFS si sono infatti dichiarate interessate ad assumere il compito di gestire le pratiche atte ad incassare il dovuto, nel caso in cui il passeggeri clandestino non paga immedia-tamente, secondo le procedure che applica per tutta la Svizzera. “Il test durerà per tutto il mese di ottobre”, ci spiega il direttore Giorgio Marcionni. “I primi risultati - aggiunge - sono attesi per il mese di novembre e serviranno per proseguire nelle trattative con le FFS. Sottolineo che la TPL è interessata a delegare a terzi la procedura amministrativa, che impone una particolare formazione giuridica, soprattutto nel contesto della ricerca di una soluzione ottimale da applicare al momento in cui verrà introdotta la Comunità tariffale integrale. Non si tratta di una nuova strategia per individuare più utenti che non pagano il biglietto!”. Da tempo la TPL opera giornalmente con almeno due agenti che svolgono questa attività e la percentuale di chi non paga il biglietto è stimata attorno al 3-4%. “La soluzione del pagamento del titolo di trasporto prima di salire sull’autobus – rende infine attenti Marcionni - sta in piedi solo nella misura in cui gli utenti sanno che c’è un sistema di controllo serio”. Cosa che, grazie alla collaborazione con una società che dispone di un’organizzazione professionale per il trattamento degli utenti che non pagano, potrebbe essere ulteriormente migliorata. [email protected]
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