
Il morbillo, virus che si pensava ormai sotto controllo, sta facendo registrare una pericolosa recrudescenza. Negli Stati Uniti, dall’inizio del 2025, sono stati segnalati oltre 600 casi: il doppio rispetto al 2024. In Texas, due bambini hanno perso la vita. E l’allarme non si ferma oltreoceano: l’Europa e la Svizzera assistono con crescente preoccupazione a un trend in aumento. "Una situazione preoccupante", conferma il pediatra Paolo Peduzzi, interpellato sul tema.
Cifre alla mano
I dati parlano chiaro: nel 2024 il continente europeo ha registrato il numero più alto di contagi da morbillo dal 1997. In Svizzera, lo scorso anno i casi sono stati 87, mentre nei primi tre mesi del 2025 ne sono già stati confermati 28. A preoccupare non sono solo i numeri, ma le potenziali complicazioni che possono colpire indistintamente sia bambini, sia adulti. "Solo un caso su mille sviluppa effetti gravi, ma possono essere permanenti. Tra le conseguenze più temute c’è la meningoencefalite post-infettiva, che può causare danni neurologici gravi e irreversibili", avverte Peduzzi.
Un ritorno causato anche dalla pandemia
Per prevenire il ritorno del virus, l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda una copertura vaccinale del 95%. In Svizzera, però, ci si ferma al 90%. Un calo attribuito, in parte, agli strascichi della pandemia. "La causa non è solo legata all'isolamento", spiega Peduzzi, "A noi medici è stato chiesto di visitare meno pazienti e ciò ha reso più difficile portare avanti le normali vaccinazioni". Insomma, la crescente diffidenza verso i vaccini e l’interruzione delle campagne di immunizzazione di routine, hanno lasciato spazio al ritorno di malattie infettive che sembravano ormai un ricordo del passato.