
Il consigliere nazionale Lorenzo Quadri (Lega) ha presentato oggi una mozione per chiedere il ritiro della cittadinanza svizzera ai naturalizzati che si sono macchiati di gravi crimini.
In pratica Quadri chiede al Consiglio federale di rielaborare l’articolo 48 della Legge sull’acquisto e sulla perdita della cittadinanza svizzera, "la cui portata attuale è pressoché nulla", affinché i cittadini naturalizzati che si macchiano dei crimini più gravi – in particolare quelli contro la vita e l’integrità della persona - perdano la cittadinanza svizzera.
"La cronaca nera ticinese ha di nuovo portato alla ribalta il problema dei crimini commessi da persone naturalizzate e delle possibilità scarse, per non dire inesistenti, di revocare la cittadinanza svizzera" argomenta Quadri. "La naturalizzazione estremamente facilitata per gli stranieri di cosiddetta “terza generazione” (termine quantomeno ingannevole, poiché uno straniero di “terza generazione” non è affatto uno straniero la cui famiglia vive ininterrottamente in Svizzera da tre generazioni), accettata in votazione popolare, acuisce ulteriormente il problema."
Quadri prosegue ricordando che "la Legge sull’acquisto e la perdita della cittadinanza svizzera all’articolo 48 recita: “ L’Ufficio federale può, con il consenso dell’autorità del Cantone d’origine, revocare la cittadinanza svizzera, la cittadinanza cantonale e l’attinenza comunale a una persona che possiede anche un’altra cittadinanza, se la sua condotta è di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera”.
"La norma trova applicazione al massimo nei casi di terrorismo o di spionaggio" prosegue il parlamentare leghista. "Ma anche nei casi di terrorismo, la revoca non è imperativa (il Consiglio degli Stati non ha dato seguito all’Iniziativa parlamentare Brunner 14.450 in questo senso). Del resto non lo è nemmeno l’espulsione di terroristi di nazionalità straniera, che rimangono in Svizzera nel caso in cui al paese d’origine rischiassero “la tortura o un altro genere di trattamento o punizione crudele o inumano”, come hanno confermato sia il Consiglio federale che il Tribunale federale."
"E’ quindi evidente che la portata è dell’attuale articolo 48 della Legge sull’acquisto e sulla perdita della cittadinanza svizzera è estremamente limitata; per non dire che è vicina allo zero" aggiunge Quadri.
"Il cittadino naturalizzato che si macchia dei crimini più gravi, in particolare quelli contro la vita e l’integrità della persona, non deve poter mantenere la cittadinanza svizzera" ribadisce Quadri. "Ciò è peraltro anche nell’interesse della “sicurezza e della reputazione della Svizzera”, e contribuisce a dare valore al passaporto elvetico, che premia l’integrazione dello straniero. Chi, da naturalizzato, si macchia di un crimine offende in modo grave la comunità che l’ha accettato come membro a tutti gli effetti dimostra che la naturalizzazione non era meritata. Pertanto, la cittadinanza svizzera deve, almeno in questi casi estremi, poter essere revocata. Anche in mancanza di reati legati alla sfera del terrorismo e dello spionaggio."
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