
L’infocentro di Pollegio è delimitato dal filo spinato. L’entrata è controllata dai militari: solo gli ospiti e le persone accreditate possono accedervi. Sono presenti anche i militi della Protezione civile e gli agenti della Polizia cantonale. Anche in questo caso si tratta di un esercizio nell’ambito dell’operazione Odescalchi. Ma l’incontro che si è svolto ieri al suo interno è reale. Al tavolo con il consigliere di Stato Norman Gobbi e le autorità svizzere c’erano i prefetti delle province italiane. Si è discusso di potenziali eventi catastrofici e di come intervenire se questi dovessero verificarsi. Un vertice che si è concluso con la firma di un accordo di collaborazione tra il Canton Ticino e la Provincia di Varese.
“In caso di necessità si chiede aiuto ai vicini”
“L’obiettivo di questo accordo”, spiega ai microfoni di Ticinonews il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, “è codificare delle vie di attivazione per quando un territorio non è più in grado di fare fronte da solo a eventi di carattere naturale o tecnologico. Ogni territorio è responsabile di garantire la sicurezza entro i propri confini, ma quando non ci riesce, chiede l’aiuto dei ‘vicini’”, ha spiegato Gobbi. L’obiettivo di questo accordo, spiega il prefetto Salvatore Pasquariello, è proprio velocizzare e semplificare le procedure. “Tutto sarà più semplice, tutto sarà più veloce e all’insegna della fiducia reciproca. Andiamo a migliorare i rapporti e le prassi già esistenti tra i popoli”, afferma il prefetto. Un aiuto che recentemente si è visto con il vasto incendio del Monte Gambarogno. “In questo caso - spiega Pasquariello - non c’erano Canadair disponibili in quella zona e sono stati chiesti quelli italiani. Tramite la Prefettura di Varese si è attivato un canale di pronto intervento che ha aiutato a risolvere il problema”.
L’accordo di 6 anni fa
Un’intesa analoga era già stata firmata con la Provincia di Como dopo Odescalchi 2016, ciò che ad esempio aveva permesso di collaborare durante l’emergenza migratoria.
“La conferenza sull’Ucraina è un’altra cosa”
L’esercitazione Odescalchi intanto prosegue, ma la mente vola già al 4 luglio, quando Lugano ospiterà la conferenza internazionale sull’Ucraina. “Le esercitazioni servono per capire cosa va migliorato e cosa va bene, ma evidentemente la conferenza sull’Ucraina non è Pollegio, è qualcosa di più grande”, conclude Gobbi.
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