Finanza
Tether, Ardoino: "Siamo più solidi delle banche tradizionali"
©Chiara Zocchetti
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Ats
3 ore fa
Il CEO di Tether ricorda che nel 2022 - quando ci fu il crollo della stablecoin TerraLuna - "in 48 ore abbiamo rimborsato 7 miliardi di dollari, in 20 giorni altri 25 miliardi. Nessuna istituzione finanziaria negli ultimi 50 anni ha retto un ritiro del 25% dei propri depositi”.

Paolo Ardoino, CEO di Tether - società che gestisce l'omonima criptovaluta e che è partner della Città di Lugano nel Plan B - respinge le recenti critiche di S&P, accusando l'agenzia di rating di rappresentare la vecchia finanza che ha paura del cambiamento. A suo avviso Tether non è solo una stablecoin, ma un vero e proprio modello bancario alternativo, più solido di quello tradizionale. In un'intervista pubblicata oggi dal Corriere del Ticino (CdT) il 41enne spiega che mentre gli istituti tradizionali operano con il sistema della riserva frazionaria (detenendo circa il 10% di attivi liquidi e prestando il restante 90%), Tether funziona come una "banca completamente collateralizzata", con una copertura che arriva al 120% dei depositi. "Oggi, su circa 186 miliardi di dollari di depositi, abbiamo oltre 140 miliardi in buoni del Tesoro americani a breve termine, circa 15 miliardi in oro fisico e il resto in altri strumenti cash equivalent, come i bitcoin. È un portafoglio estremamente più sicuro di quello di una banca tradizionale", argomenta il manager.

Il "test" superato

"Noi, contrariamente alle banche, non abbiamo il privilegio di tenere solo il 10% di riserve liquide. Le regolamentazioni per le stablecoin sono molto stringenti: non possiamo fare credito, non possiamo prestare soldi a un cliente per comprarsi una macchina; non facciamo brokeraggio e non gestiamo investimenti per conto dei nostri utenti", afferma ancora il dirigente. "Emettiamo, dietro copertura, un gettone digitale equivalente a un dollaro americano: quando l'utente vuole il dollaro indietro, basta che ci restituisca il gettone (il token) e noi restituiamo il dollaro". Nel 2022 - quando ci fu il crollo della stablecoin TerraLuna - "siamo stati sottoposti a una vera e propria corsa agli sportelli (bank run): in 48 ore abbiamo rimborsato 7 miliardi di dollari, in 20 giorni altri 25 miliardi. Nessuna istituzione finanziaria negli ultimi 50 anni ha retto un ritiro del 25% dei propri depositi. Noi sì, perché avevamo tutte le riserve. Questo test lo abbiamo superato a pieni voti".