Università
Tesi e seminari con l'IA: all'Usi e alla Supsi è possibile, ma con dei limiti
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Daniele Coroneo
4 mesi fa
Giugno, tempo di esami e di consegna di tesi universitarie. Come cambia il modo di scrivere un lavoro finale nell’epoca di ChatGPT? Supsi e Usi non escludono la possibilità di ricorrere all’IA per un elaborato scritto, ma entro certi limiti. E a breve sul tema l’Università della Svizzera italiana pubblicherà delle direttive dettagliate.

Nelle università è tempo di esami e di consegna di tesi, seminari ed elaborati scritti. Scrivere questi lavori all'epoca di ChatGPT è molto diverso rispetto a solo tre o quattro anni fa. Gli atenei tuttavia non per forza demonizzano l’intelligenza artificiale, anche nella preparazione di un lavoro scritto. Nei prossimi giorni l’Usi pubblicherà delle raccomandazioni sull’utilizzo dell’IA nella stesura dei testi, sul modello di quanto già avviene in gran parte delle università svizzere.

Permesso e dichiarazione obbligatori

Al documento sta lavorando anche Stefano Tardini, responsabile dell’eLab - eLearning Lab dell’Usi. Il testo contiene più indicazioni di comportamento che divieti: alla base c’è infatti la convinzione che l’IA possa essere utile quale supporto alla stesura di un testo. "L'IA può essere utilizzata per farsi un'idea sui punti principali da sviluppare, rifinire qualche paragrafo o rivedere l'inglese se si scrive in questa lingua", elenca Tardini. Ci sono però due punti fermi: "In ogni caso deve essere il docente a permettere l'utilizzo dell'intelligenza artificiale e lo studente deve sempre dichiararlo".

L'uso? "Per me è scontato"

L’IA come supporto, quindi. All’Usi non si può certo chiederle di scrivere capitoli o testi interi. L’intelligenza artificiale è entrata prepotentemente pure nelle tesi degli studenti della Supsi. Anche qui l’uso a supporto della redazione è consigliato (almeno nelle discipline tecnico-scientifiche), ma sempre su permesso dell'insegnante responsabile. Ci si attende comunque un uso consapevole. "Io do per scontato che i miei studenti utilizzino questi sistemi", osserva Paolo Pedrazzoli, professore di ingegneria gestionale alla Supsi. L'opportunità di ricorrere all'IA è data dal singolo caso: "Se uno studente deve analizzare il sistema produttivo di un'azienda locale, l'IA potrà essere utile al massimo nella selezione dei metodi. Il contributo dell'essere umano resta".

Tentazione

Nel parco dell'Usi incontriamo due studentesse. Entrambe affermano di fare ricorso all'IA per i loro elaborati scritti, "ma nel mio caso solo per una scaletta. Preferisco non usarla per la stesura del testo, ma è difficile non cadere nella tentazione di fare scrivere tutto all'intelligenza artificiale". La studentessa conferma inoltre che molti compagni di università usano l'IA per scrivere testi.

Si impone un cambio

Piaccia o meno, l’IA viene utilizzata per preparare tesi e non sempre in maniera appropriata. È la realtà dei fatti. Non si impone quindi un cambio di approccio? Scrivere una tesi ha ancora senso? "Io credo di sì", risponde Tardini. "È un'attività che ha ancora molto senso, ma che va ripensata". Un cambio si impone anche secondo Pedrazzoli. "È necessario dare più peso alla presentazione orale di un lavoro. Se in quell'occasione lo studente sarà in grado di argomentare e di difendere il suo elaborato, è chiaro che ha ben utilizzato gli strumenti dati dall'IA. Qui si verifica davvero se l'uso dell'intelligenza artificiale ha aumentato il valore finale del lavoro".