Ticino
Telelavoro parziale per frontalieri, spunta un’interrogazione
Immagine CdT/Crinari
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Ginevra Benzi
2 anni fa
Gli interroganti chiedono al Consiglio di Stato se non sia il caso di intervenire presso le autorità federali affinché si attivino con le autorità italiane per parificare le soglie ammesse a livello fiscale e a livello di assoggettamento alle assicurazioni sociali per il telelavoro dei frontalieri

Il telelavoro imposto durante la crisi sanitaria, vivamente consigliato dalle autorità nella fase acuta della pandemia, si è dimostrato uno strumento estremamente efficace. È quanto si legge in un’interrogazione inoltrata al Consiglio di Stato dalle Deputate al Gran consiglio Cristina Maderni e Sabrina Gendotti, dove viene sottolineato come Svizzera e Italia – come anche con altri Stati confinanti – abbiano trovato in breve tempo delle soluzioni intelligenti ed efficaci nella gestione degli effetti giuridici dovuti all’introduzione del telelavoro. Tutto ciò per permettere alle aziende con personale frontaliere di continuare la loro attività senza ulteriori difficoltà.

Regimi straordinari
Sia l’Accordo amichevole in materia fiscale sia l’applicazione flessibile della soglia del 25% per l’assoggettamento alle assicurazioni sociali hanno permesso l’introduzione di regimi straordinari che hanno aiutato la nostra regione ad affrontare questo difficile momento, permettendo di evitare effetti giuridici indesiderati, anche se le persone hanno comunque lavorato in modo continuativo in Italia.

Ritorno alla normalità

Oggi, fortunatamente, la pandemia sembra essere giunta al termine. Questo ritorno alla normalità si traduce in un ritorno ai normali regimi pre pandemici nei settori sopramenzionati che porta conseguentemente a un ritorno ai limiti imposti dalle rispettive normative fiscali e assicurative. Questi limiti prevedono che nel caso un lavoratore frontaliere dovesse lavorare in Italia verrebbe imposto fiscalmente in Italia anche per un solo giorno di lavoro. In materia delle assicurazioni sociali, per contro, è prevista una soglia del 25%; una volta oltrepassata, il lavoratore sarebbe assoggettato agli istituti previdenziali italiani. Due ambiti regolati quindi in modo differente per lo stesso lavoratore che svolge la medesima attività.

I vantaggi del telelavoro

Come detto, il telelavoro praticato in questo lungo periodo non ha solo permesso la continuazione dell’attività economica, ma ha anche contribuito a ridurre, almeno parzialmente, il traffico veicolare e il relativo carico ambientale. Anche per questo motivo, grazie all’appoggio delle associazioni locali, il Consiglio di Stato ha chiesto alla Confederazione di ricercare con la Francia una soluzione duratura per il telelavoro dei frontalieri che vada oltre il periodo di crisi sanitaria. Sostanzialmente quello che è stato chiesto è di discutere dell’introduzione di limiti di soglia al di sotto dei quali il telelavoro non implica conseguenze fiscali per i lavoratori frontalieri francesi.

Cosa chiede l’interrogazione
In riferimento a quanto sopra, gli interroganti ritengono che sarebbe opportuno procedere analogamente anche in Ticino, quindi introdurre dei livelli di soglia anche in ambito fiscale simili a quelli già in vigore per le assicurazioni sociali. In questo modo si permetterebbe alle aziende ticinesi di disporre di parametri chiari e univoci in tutti gli ambiti rilevanti. Sempre secondo gli interroganti, è importante che gli aspetti fiscali e assicurativi vengano regolati analogamente; solo in questo modo il telelavoro parziale potrebbe essere davvero utilizzato come strumento efficace anche per contribuire a risolvere i problemi sopracitati di viabilità. Gli interroganti sono comunque consapevoli che l’introduzione di questi limiti soglia dovrebbe avvenire nell’ambito di un’intesa internazionale tra Svizzera e Italia: per questa ragione si chiedono se il Consiglio di Stato ticinese non debba intervenire a Berna come ha già fatto il Canton Ginevra.

Le domande inoltrate al Coniglio di Stato
1. Ritiene che la possibilità di telelavoro parziale (1 giorno alla settimana) dei frontalieri potrebbe contribuire a risolvere i problemi di traffico tra Chiasso e Lugano?

2. Considera che affinché il telelavoro parziale sia davvero considerato uno strumento utilizzabile, gli ambiti fiscali e assicurativi vadano parificati, nel senso di introdurre valori soglia anche a livello fiscale?

3. È disposto ad intervenire presso le autorità federali, come ha fatto il Consiglio di Stato di Ginevra, affinché la Confederazione ricerchi in tempi rapidi con l’Italia una soluzione durevole per il telelavoro parziale dei frontalieri nel senso di introdurre un limite (1 giorno alla settimana) entro il quale il telelavoro non comporta conseguenze sulla fiscalità dei lavoratori frontalieri italiani?

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