
La lotta alla zanzara tigre potrebbe avere un’arma in più: il settore Ecologia dei vettori dell’Istituto microbiologia della SUPSI ha dato avvio a un progetto pilota basato sulla tecnica del maschio sterile, previsto da maggio a settembre a Morcote. Si tratta di una soluzione già utilizzata negli ultimi 60 anni con altri insetti in agricoltura, ed è considerata sicura per la salute pubblica, gli animali e l’ambiente.
Di cosa si tratta
Tale tecnica consiste nell'allevare grandi quantità di insetti in un ambiente controllato dove i maschi vengono separati dalle femmine e sterilizzati tramite radiazioni ionizzanti. Una volta rilasciati nell'ambiente, gli insetti sterilizzati competono con quelli selvatici per accoppiarsi con le femmine, diminuendo così la capacità di riproduzione della specie. Il rilascio continuo di un gran numero di maschi sterili può quindi ridurre la densità della popolazione degli insetti dannosi senza il ricorso a pesticidi o sostanze chimiche dannose per l'ambiente. Inoltre, tale approccio presenta una modalità d'azione differente, in quanto impiega gli insetti stessi per cercare i loro simili, consentendo così di raggiungere aree che sarebbero altrimenti difficili da controllare mediante i metodi tradizionali di gestione.
Il progetto pilota a Morcote
Nell’agosto 2022 è stato effettuato un rilascio di prova di maschi sterili grazie a un finanziamento del Laboratorio cantonale di Basilea Città. Lo scopo di questa singola prova era acquisire padronanza e parametri di campo per realizzare al meglio l'esperimento completo una volta ottenuti i fondi necessari. Nel 2023 l’esperimento è ora realtà: da maggio a settembre saranno effettuati rilasci regolari e controllati di maschi sterili in un’area di 45 ettari del Comune di Morcote, individuato come luogo ideale per l’esperimento in quanto delimitato da barriere naturali come lo specchio d'acqua del lago e i boschi circostanti. I dati raccolti saranno poi confrontati con quelli del Comune di Caslano, selezionata come zona di controllo posta a circa 5 chilometri in linea retta dall’area di prova, e con caratteristiche climatiche e abitative simili.
Le fasi di implementazione
In ognuna delle 75 stazioni di rilascio distribuite nell’area di test, poste a 50- 100 metri l’una dall’altra, saranno liberati 150'000 maschi sterili ogni settimana fino a fine settembre. In tre momenti precisi, a metà giugno, metà luglio e fine agosto, è previsto il rilascio di 10'000 insetti sterili marcati, ovvero ricoperti di un colorante rosa per distinguerli dalle zanzare selvatiche e permettere così di monitorare più facilmente la popolazione rilasciata e di valutare parametri come la sopravvivenza e la diffusione. L’analisi della diminuzione della popolazione avverrà invece grazie ai dati di uova di zanzara raccolti con specifiche trappole poste sia a Morcote sia a Caslano. Al termine dell'esperimento - che idealmente dovrebbe essere condotto su due stagioni - se i risultati fossero soddisfacenti, si aprirebbe la possibilità di estendere la sperimentazione a diversi ambienti urbani in Svizzera e si potrebbe valutare la creazione di biofabbriche sul territorio federale.
Appuntamenti e partecipazione attiva
Domenica 4 giugno dalle 10 alle 12 al Palacinema di Locarno è prevista una giornata informativa rivolta alla cittadinanza. L’appuntamento darà avvio anche a una raccolta fondi sostenuta dalle associazioni di quartiere per finanziare il progetto legato alla tecnica del maschio sterile.
La situazione nel nostro cantone
In Ticino la concentrazione di zanzare residua è ritenuta sufficiente per costituire un potenziale rischio di trasmissione di malattie esotiche, come Dengue e Chikungunya. Tale rischio è stato finora scongiurato anche grazie a un piano di azione preparato in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità e coordinato dall’Ufficio del medico cantonale.