
I tatuaggi sono in grado di compromettere il normale funzionamento del sistema immunitario. A dirlo uno studio condotto dall’Istituto di Ricerca in Biomedicina, con una collaborazione internazionale, che ha ora posto nuovi interrogativi sulla sicurezza degli inchiostri. Per saperne di più, abbiamo visitato il Laboratorio dell'IRB a Bellinzona. "Nonostante i tatuaggi siano molto popolari, con più di 500 milioni di persone al mondo che ne hanno, non si sa molto sugli effetti dell’inchiostro sul sistema immunitario. Quello sulla pelle è stato approfondito, ma restano aperte molte domande sulle conseguenze che questi colori possono avere sul resto del corpo" ci ha spiegato il direttore del Laboratorio Santiago F. González, che ha guidato il gruppo di ricerca su tatuaggi e difese immunitarie. "Noi abbiamo studiato come l’inchiostro dei tatuaggi viene trasportato dalla pelle al sistema linfatico, dove si accumula in organi chiamati linfonodi. Abbiamo scoperto che qui l’inchiostro crea un’infiammazione che può portare a dei problemi che possono anche compromettere il funzionamento del sistema immunitario, ad esempio contro infezioni o un cancro".
"Ora servono nuove ricerche"
Il professore ci ha poi accompagnato nel Laboratorio, e gli abbiamo chiesto se questi risultati dovrebbero far preoccupare. "Penso che sia necessario fare più studi. L'esito della nostra ricerca – ovvero che l’inchiostro è associato con un’infiammazione – può essere motivo di preoccupazione, ma sicuramente sono necessari ulteriori approfondimenti per caratterizzare meglio i risultati" ha chiarito González, spiegando anche che rimuovere il tatuaggio con le modalità classiche non porterebbe comunque a eliminarlo dai linfonodi. Ma quali sono le prossime ricerche necessarie per fare chiarezza? "Ora bisognerà capire come i nostri risultati si traducano nella pratica in relazione a determinate malattie. Ci sono alcune ricerche che hanno associato una certa tendenza ad avere una probabilità più elevata di sviluppare alcuni tipi di cancro se si hanno tatuaggi. Ora dobbiamo approfondire ulteriormente questi studi".
