Ticino
Tassa di collegamento, alla ricerca di un compromesso
© CdT/Gabriele Putzu
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Redazione
un mese fa
La recente proposta del Governo ticinese non ha ottenuto riscontri positivi. L'iniziativista Gianluca Padlina: "Tutti i problemi restano sul tavolo".

Il controprogetto presentato dal Consiglio di Stato sulla tassa di collegamento continua a far discutere. La proposta di applicarla ai grandi generatori di traffico, ovvero a chi possiede più di cinquanta posteggi (ma solo nel caso delle aziende, negozi e centri commerciali verrebbero esentati), non sembra aver sortito gli effetti sperati. Martedì la grande distribuzione, dalle colonne del Corriere del Ticino, ha affossato la proposta su tutta la linea e anche i promotori dell’iniziativa si sono dichiarati contrari. “Questo tentativo di compromesso mi lascia molto perplesso, perché mantiene sul tavolo tutte le problematiche che questa tassa di collegamento ha evidenziato fin da quando è stata concepita”, afferma a Ticinonews l’iniziativista Gianluca Padlina. “La proposta in realtà è semplicemente quella di togliere la componente che riguarda i centri commerciali”.

“La prova non ha sortito alcun effetto”

Il fatto che la tassa di collegamento sia stata votata dal popolo risale a diversi anni fa, “in un contesto completamente differente”, ricorda Padlina, il quale richiama l’attenzione su un altro aspetto: "Una sorta di periodo di prova c’è stato. Mi riferisco ai quattro anni in cui le diverse procedure ricorsuali sono state pendenti al Tribunale federale”. In quel frangente “le aziende toccate hanno prelevato l’imposta presso i dipendenti e si è visto che ciò non ha prodotto alcun effetto. Nessuno, sostanzialmente, ha rinunciato all’automobile”. In definitiva, la politica adesso “dovrebbe avere il coraggio di tirare una riga sopra la tassa di collegamento e voltare pagina. Non è la soluzione giusta per i problemi di traffico del canton Ticino”, conclude l’iniziativista.

Un passo indietro

Ricordiamo che l’entrata in vigore della tassa di collegamento è prevista per il primo gennaio del 2025. A fine 2022 un comitato interpartitico composto da UDC, PLR e Centro ha però raccolto oltre 16mila firme a favore di un’iniziativa che ne chiede l’abolizione. La Commissione della gestione avrebbe dovuto evaderla già negli scorsi mesi, in modo da poter andare di nuovo alle urne entro la fine dell’anno. La vicenda sta tuttavia prendendo più tempo del previsto e difficilmente il controprogetto del Governo semplificherà la situazione.