Comano
Tagli alla RSI, Timbal: "I tagli sono trasversali, ma cercheremo di ridurli al minimo"
Redazione
2 giorni fa
Il direttore dell'emittente di Comano ha spiegato a Ticinonews i motivi che hanno portato a un'ulteriore serie di licenziamenti interni. Dal canto loro, i sindacati si dicono preoccupati, anche per il clima complicato che si sta creando all'interno dell'azienda.

Ancora tagli alla RSI. Questa mattina sono state annunciate delle misure di risparmio per 7 milioni di franchi che comprendono la soppressione di 37 posti di lavoro a tempo pieno entro il 2026. Una riduzione dell’organico che si aggiunge ai 15 impieghi già saltati nel 2025. E questo dopo la riduzione di organico annunciata per il 2025: 15 posti di lavoro a tempo pieno sono saltati nell’ambito della prima fase del piano biennale reso noto nel settembre 2024. Già in quell’occasione era stato spiegato che la RSI è chiamata a effettuare risparmi per via della parziale compensazione del rincaro sul canone decisa dal Consiglio federale e del continuo calo degli introiti pubblicitari.

Timbal: “Riorganizzato alcuni settori”

Le stesse ragioni stanno dietro alla decisione di tagliare 37 impieghi a tempo pieno che contribuiranno a risparmiare 7 milioni di franchi.  “Non abbiamo una zona dell'azienda che sia più colpita, i tagli sono trasversali”, ha precisato il direttore dell’emittente di Comano, Mario Timbal, il quale ha proseguito spiegandoci di aver agito su vari assi. “Da un lato abbiamo l'abbandono della sede di Besso, che porta già di per sé un risparmio. Inoltre, abbiamo riorganizzato alcuni settori di supporto al programma e, lavorando sulla nuova programmazione autunnale, siamo riusciti ad avere una riduzione, spalmata su tutti i dipartimenti”. Timbal ha poi precisato che alla RSI si sta lavorando affinché la fluttuazione abbia un impatto massimo in questo senso, “in modo da ridurre al minimo i licenziamenti. Comunicheremo le decisione il primo possibile all'interno nei settori toccati”.

Abbandono sede di Besso

Ma in che modo l’abbandono della sede di Besso potrà aiutare a risparmiare? “Per prima cosa abbiamo una grossa riduzione delle superfici, quindi i costi generali vanno a scendere. È poi chiaro che noi abbiamo una decentralizzazione in due sedi, a pochi chilometri di distanza, quindi abbiamo tutti i lati negativi di un simile decentramento, ma non quelli positivi”. Per quanto riguarda invece il 2027 “sappiamo che sarà la prima discesa del canone verso i 300 franchi, l'altra è invece prevista per il 2029. E su questo periodo abbiamo lanciato un progetto di re-design di tutta l'azienda perché si tratterà di un risparmio molto più sostanzioso fino ad arrivare a 270 milioni a livello nazionale, e non si può più operare nello stesso modo”.

Sindacati preoccupati

Una situazione che, inevitabilmente, preoccupa il personale, come ci conferma Riccardo Mattei (co-presidente del sindacato svizzero dei media, sezione svizzera italiana). Sindacato che, come i collaboratori, potranno elaborare proposte atte a ridurre la soppressione dei posti di lavoro. “Si stanno formulando molte proposte, sia su come gestire tutte le procedure - in modo da avere un impatto il meno violento possibile sul personale - sia proposte più concrete e più generali che riguardano la modalità e l’approccio, spesso complicato da applicare in maniera corretta”. Ma che clima si respira attualmente nei corridoio di Comano? “È molto complicato. C'è una grande pressione sul personale, però c'è anche una certa voglia data dalla situazione generale, perché non possiamo fare astrazione del fatto che con l'ordinanza del Consiglio federale - che da qui al 2029 porterà a 300 franchi il canone – si esenterà anche una parte di aziende dal pagamento dello stesso, e quindi avremo quasi un migliaio di soppressioni a livello nazionale. A livello cantonale si parlerà invece di 180-200 posti di lavoro, e questo porta evidentemente a un cambio di scala, un approccio che non si è mai visto prima”.