Ticino
SUPSI scuola per frontalieri? Non secondo il CdS
SUPSI scuola per frontalieri? Non secondo il CdS
SUPSI scuola per frontalieri? Non secondo il CdS
Redazione
6 anni fa
I dati sulla provenienza degli studenti della SUPSI, in risposta all’interrogazione di Robbiani

La SUPSI è un istituto di formazione per i frontalieri di domani? Non secondo il Consiglio di Stato, che risponde ad un’interrogazione inoltrata lo scorso luglio dal leghista Massimiliano Robbiani. Nello specifico, Robbiani e i cofirmatari dell’interrogazione, chiedeva la provenienza del personale accademico (professori, ricercatori e collaboratori), così come quella degli studenti della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana.

Nel primo caso, il personale era composto complessivamente da 919 persone nel 2018, di cui 810 erano residenti in Svizzera, e i restanti 109 risedevano all’estero. Tra i residenti, 606 possedevano la cittadinanza svizzera, mentre 106 avevano il permesso C. La proporzione corrisponde quindi all’88% di personale residente, una percentuale che si è mantenuta stabile negli ultimi cinque anni presi in analisi.

Per quanto riguarda gli studenti, il CdS afferma che la percentuale di studenti di nazionalità straniera corrisponde a circa il 31% del totale, una percentuale che scende al 26% se vengono escluse le facoltà artistiche, ovvero l’Accademia Teatro Dimitri e la Scuola Universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera Italiana (SUM-CSI). Il 90% degli studenti SUPSI stranieri proviene dall’Italia del nord, mentre le facoltà artistiche sopracitate attirano ben il 40% dei propri studenti stranieri da varie parti del mondo come Cina, Colombia, Francia, Germania, Giappone e Stati Uniti.Gli studenti provenienti dall’estero non godono inoltre di alcun vantaggio o agevolazione sulle condizioni d’iscrizione, dal momento che per i residenti in Svizzera o nel Liechtenstein la tassa semestrale ammonta a 800 franchi, mentre per gli studenti stranieri corrisponde al doppio, ossia 1600 franchi.

Ma quanti di questi studenti, una volta conseguita la laurea, trova lavoro in Ticino? Secondo la rilevazione del 2018, il 73% dei diplomati lavorerebbe nel nostro cantone, il 15% sarebbe attivo professionalmente in Svizzera tedesca e romanda, mentre il restante 12% lavora all’estero. La percentuale dei laureati con sede di lavoro in Ticino sarebbe in calo rispetto al passato: nel 2013 infatti ammontava al 81%.

Robbiani chiede al CdS se non si sia preso in considerazione la possibilità di applicare dei contingenti al numero di studenti stranieri. Un limite che in realtà è già presente, dal momento che “il contratto di prestazioni concluso con il Cantone prevede, relativamente al contributo di gestione riconosciuto alla SUPSI, un finanziamento legato a delle percentuali massime di studenti provenienti dall’estero.” Dalle prestazioni della SUPSI regolate dal Contratto, ci si attende per quanto riguarda la formazione di base bachelor (Art. 9 del contratto): almeno il 5% medio degli studenti (ETP) di provenienza da altri Cantoni per settori di studio non artistici; un massimo del 30% medio di studenti (ETP) di provenienza dall'estero per i settori di studio non artistici, ad eccezione dei corsi di laurea del Dipartimento di tecnologie innovative; un massimo del 40% medio di studenti (ETP) di provenienza dall'estero per i corsi di laurea del Dipartimento tecnologie innovative. Per il master: almeno il 10% medio degli studenti (ETP) di provenienza da altri Cantoni per settori di Studio non artistici; un massimo del 40% medio degli studenti (ETP) di provenienza dall'estero per settori di studio non artistici.

Lo stesso contingente però non può essere applicato anche agli impiegati stranieri, per via dell’accordo sulla libera circolazione delle persone. Secondo la legge tutte le assunzioni devono essere comunque effettuate tramite concorso pubblico, e la SUPSI favorisce l’assunzione di personale residente in Ticino o in Svizzera, a parità di competenze.

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