Prezzi in calo nei supermercati svizzeri: ad occuparsi del tema il Blick, secondo cui nelle ultime settimane la tensione al rialzo, in tutti i grandi distributori del Paese, fornisce segnali di rallentamento. Fra gli esempi citati c’è la Denner, che fa sapere di aver ridotto i prezzi di 250 prodotti, ovvero il 13% della gamma. A beneficiarne ci sono in particolare articoli come gli spaetzli, il cui prezzo è sceso di 50 centesimi, ma anche il Caffè Latte Emmi (-5 cts.) e per i Confetti Toffifee (-20 cts.). Le riduzioni sono state registrate anche per quanto riguarda 150 prodotti Lidl: nello specifico si fa riferimento agli articoli di gastronomia refrigerata, così come a condimenti per insalata e a Birchermüesli, cosmetici e formaggi. Sulla stessa linea anche Aldi e Coop, con quest’ultima che dichiara un taglio sui prezzi di ben 200 prodotti.
Prezzi in rialzo superiori di quelli in ribasso
Bisogna tuttavia fare attenzione a non indugiare in falsi entusiasmi. Lo stesso Blick ricorda infatti come dall'inizio dell'anno i ritocchi verso l'alto superino quelli verso il basso. L’inflazione continua pertanto a rivestire un peso allarmante: ad aprile 2023, secondo le stime dell'Ufficio federale di statistica, i prezzi dei prodotti alimentari sono saliti del 5,4% su base annua, più del doppio del rincaro generale, che si è attestato al 2,6%. Parallelamente al Blick, anche la NZZ si è cimentata in una radiografia del settore alimentare, tenendo conto dei prezzi di 2’700 articoli di Coop fra la seconda settimana di maggio e lo stesso periodo del 2022. Globalmente i costi degli alimenti sono saliti del 53%. I ribassi, quindi, effettivamente ci sono, ma sono presenti solo nel 4% dei casi, tra cui un numero elevato di varietà di verdura e frutta. Gli aumenti più marcati, sempre secondo la NZZ, sono stati osservati nei prodotti a buon mercato: un quarto di questi sono di fatto saliti del 20%. A spiccare fra i prodotti troviamo la passata di pomodoro (+64%), la senape (+62%), la maionese (+50%), l'olio d'oliva (+49%) e lo zucchero (+44%). A Ticinonews ne abbiamo parlato con Antonella Crüzer, segretaria generale di ACSI.
Crüzer: “In Ticino un aumento del 9,6% sugli alimentari”
“Il paradosso che evidenzia questa nuova analisi è il medesimo che avevamo già analizzato anche noi con ACSI nei primi mesi dell’anno”, ci ha spiegato Crüzer. Ad aumentare “sono soprattutto le linee di primo prezzo, in quanto la grande distribuzione ha un margine molto ridotto, quindi appena hanno degli aumenti a loro volta li scaricano su questi prodotti, che sono i più sensibili”. Prodotti che anche ACSI tiene in considerazione per l’Inchiesta Spesa, dove si è evidenziato un aumento del 9,6% sui prodotti alimentari nei supermercati in Ticino. Un aumento che, come sottolinea Crüzer, non è ancora finito. “L’inflazione non si sta fermando e quindi non possiamo essere certi che questi prodotti costeranno meno”.
Ribassi VS rialzi
Troppo facile, quindi, per i grandi distributori sbandierare i propri ribassi a fronte di rialzi strutturali? “Sì, ed è una strategia che noi contestiamo”, dice sempre Crüzer, la quale non trova inoltre motivazione all’aumento dei prezzi in un momento di crisi, soprattutto “dopo anni di forti guadagni da parte di questi intermediari”. L’incomprensione deriva soprattutto dal fatto che ad oggi “tendiamo a scegliere prodotti biologici, sui quali i grandi distributori hanno però effettuato dei margini molto elevati: sono andati a prelevare ancora più soldi dai consumatori, che in realtà stavano già pagando di più per un prodotto che vuole essere quello del futuro, perché ci aiuta a combattere il surriscaldamento climatico”.
Quali soluzioni?
Le soluzioni non sono evidenti, ma cosa possono fare i consumatori? “Quello che posso rilevare è che per la Svizzera questi aumenti sono insoliti, ma vanno a sommarsi a un’altra serie di difficoltà, come il settore dell’abbigliamento, dell’energia, della cassa malati e tante altre spese che vanno ad aumentare”. Il consiglio di ACSI alle famiglie è quindi quello di “fare bene i conti e considerare quello che vanno a spendere, valutando se quello che si acquista è davvero necessario, così come evitare gli sprechi comprando le giuste quantità”. Crüzer spiega infatti che una famiglia così facendo può arrivare a risparmiare quasi 2'000 franchi.
“Tornare indietro è impossibile”
Ma un ritorno ai prezzi normali è una possibilità concreta o una mera utopia? “Tornare indietro è impossibile. Sappiamo bene che davanti a noi ci aspetta un cammino difficile, lungo il quale bisognerà affrontare anche una transizione ecologica impellente che ci porterà ad affrontare nuovi problemi”. Il problema relativo ai prezzi degli alimentari è stato messo da parte per circa 50 anni, “ma in realtà il costo di un prodotto reale potrebbe essere molto più elevato di quello che abbiamo avuto in questi decenni di benessere”. Se inoltre bisognerà fare i conti anche con l’ambiente e con quello che lasciamo dietro di noi, “dobbiamo metterci nell’ottica di spendere di più. Ma ACSI non vuole che tutti questi costi - necessari - vengano pagati solo dai consumatori. Chiediamo quindi uno sforzo collettivo, anche da parte delle grandi aziende che fino ad oggi hanno beneficiato di grandi profitti”.