
“Non possiamo che accogliere positivamente la volontà di superare un sistema divisivo e discriminatorio come quello dei livelli A e B in matematica e tedesco nel secondo ciclo della Scuola Media”. Così i Verdi del Ticino valutano la proposta, in consultazione, di superare il sistema attualmente in vigore, che prevede la suddivisione in due classi. “ D’altronde era quello che avevamo già chiesto nel 2012 tramite un’iniziativa parlamentare depositata da Claudia Crivelli Barella”.
Entrando nel merito della proposta, “ci spiace constatare che la stessa sia limitata alla sola terza media. Se vogliamo risolvere il problema della pressione e della discriminazione legata alla diversa valutazione sociale del corso B rispetto al corso A, eliminare i due livelli in terza ma non in quarta serve a molto poco se non a nulla”. Una seria riflessione sul superamento del sistema attuale “non può prescindere dal considerare il secondo ciclo della scuola media nel suo insieme, così come il delicato tema del passaggio ai diversi percorsi formativi del post-obbligo”.
Percorsi per competenze specifiche
La domanda che ci si dovrebbe porre, secondo i Verdi, è: spetta alla scuola media preparare ai diversi ritmi, metodi e necessità dei vari percorsi superiori? “Se la risposta è sì, il quarto anno deve probabilmente prevedere degli elementi di differenziazione curricolare che permettano alle/agli scolari di acquisire le conoscenze e competenze specifiche al percorso che desiderano intraprendere successivamente”. Questi devono però “riguardare la formazione nel suo insieme e non solamente due materie come accade oggi, e soprattutto non devono più assumere una connotazione di valore”. In tal senso, “è importante continuare a sensibilizzare sull’uguale valore e prestigio di ogni percorso formativo e informare maggiormente sulla flessibilità e interscambiabilità dei vari percorsi”.
Se invece si decide che preparare allieve e allievi in modo differenziato alla formazione successiva non rientra nei compiti della scuola dell’obbligo, il problema del passaggio alle scuole superiori “non viene eliminato, ma semplicemente trasferito alle stesse. In questo caso bisogna pensare a delle soluzioni al di fuori della scuola media che permettano a tutte/i di essere adeguatamente preparate/i alla formazione a cui si vuole accedere. Altrimenti ogni sforzo precedente per assicurare a tutte/i pari opportunità viene facilmente svuotato di significato”.
“Favorevoli ai laboratori”
La proposta di superare i corsi A e B in matematica e tedesco attraverso un sistema basato sui laboratori “ci trova perfettamente concordi”, si legge ancora nel comunicato. “Questo tipo di organizzazione ha da tempo dato prova della sua efficacia didattica: la suddivisione in gruppi più piccoli crea migliori condizioni di apprendimento, favorisce la differenziazione dell’insegnamento, genera opportunità di scambio tra pari che mantengono alto il livello motivazionale e portano a rafforzare conoscenze e competenze anche trasversali”. Sarà però importante “predisporre le giuste condizioni per affrontare questo cambiamento da una parte bisogna adattare e aggiornare i contenuti, dall’altra occorre assicurarsi di formare in fretta le/i docenti attuali a una nuova modalità di lavoro e reperirne di nuovi”.
“Non risparmiare sulla scuola”
Quanto ai costi, è chiaro che “si tratta di un fattore che genera molta preoccupazione, soprattutto in questo particolare momento storico. Ci permettiamo però di ricordare che il Ticino è il quintultimo in Svizzera per la percentuale di spesa pubblica destinata all’istruzione, e terzultimo se si guarda alla percentuale di prodotto interno lordo”. Se bisogna tirare la cinghia a livello di finanze pubbliche, certamente “non lo si deve fare in ambito scolastico. Investire in una formazione più inclusiva e collaborativa è un servizio che dobbiamo alle giovani generazioni, costrette oggi a vivere in una società divisa più che mai”.
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