
“Il primo suono che sento alla mattina è il telefono che mi indica che ho la glicemia alta”. Così inizia la descrizione di una giornata di Niccolò, 28 anni, che convive con il diabete di tipo I, diagnosticatogli a maggio 2020. Ieri, 14 novembre, ricorreva la giornata mondiale del diabete. Nel mondo si stima che oltre 530 milioni di adulti abbiano il diabete, ma il numero è destinato ad aumentare a 640 milioni nel 2030.
La diagnosi
Niccolò scopre di essere affetto da diabete di tipo I a seguito di un controllo dal dermatologo, dove esprime il bisogno ricorrente di andare alla toilette. Lo specialista decide quindi di prelevargli del sangue per ulteriori controlli. Qualche giorno più tardi, Niccolò viene ricoverato d’urgenza per un tasso estremamente elevato di glicemia.
La ricerca di supporto
A seguito della diagnosi, il giovane apre una pagina Instagram per trovare conforto – specialmente in un periodo in cui non si poteva uscire troppo di casa a causa della pandemia – e per sensibilizzare le persone sulla malattia. Niccolò si rende infatti presto conto che regna ancora molta ignoranza sul tema: “Mi capita di avere il mio kit con l’insulina per le misurazioni della glicemia. Spesso gli amici mi chiedono cosa stia facendo e, sbagliando, credono che io misuri l’insulina, quando in realtà si tratta di glicemia”.
"Tanta ignoranza"
Che sul tema ci sia ancora molta ignoranza trova d'accordo Marco Scalese, coordinatore infermieristico del Servizio di diabetologia presso l'Ente ospedaliero cantonale (Eoc). "Vedo spesso una minimizzazione del modo in cui le persone convivono con il diabete, anche sul posto di lavoro", racconta a Ticinonews. Quello di Niccolò è un diabete di tipo I. "È di tipo autoimmune", spiega Scalese. "Alcune parti del pancreas, l'organo votato alla produzione di insulina, si autodistruggono. In tempi brevi si può giungere all'incapacità dell'organismo di metabolizzare gli zuccheri".
La "pandemia silenziosa"
Quello più diffuso è tuttavia il diabete di tipo II. "Circa il 90% dei casi di diabete è di tipo II", conferma Marco Scalese. "Il diabete di tipo II sta trainando la scena mondiale perché insorge a seguito di uno stile di vita che potremmo definire come poco salutare. È legato molto all'obesità, alla sedentarietà e a un'alimentazione poco bilanciata. La progressione di questa patologia non si arresta, tanto che alcuni definiscono il diabete quasi come una pandemia". Questa può però essere quasi "silenziosa. Purtroppo, e in special modo quello di tipo II, il diabete può restare asintomatico per molti anni. Alcuni dati ci dicono che più di 1/3 dei diabetici non sa di esserlo, benché la malattia arrechi comunque dei danni all'organismo".
I segnali
Entrambi i tipi di diabete sono delle condizioni croniche. Le terapie da adottare non fanno sparire la malattia, "ma con esse si riesce a gestire meglio questa disfunzione". Prima occorre però identificare la malattia. "Bisogna pensare di andare dal medico quando si notano sete eccessiva, debolezza e anche frequenti minzioni, così come la perdita di peso".