
Il sopralluogo a Villa Luganese Sono le quattro del pomeriggio. Il cielo è nero di nuvole sopra Villa Luganese. E il crepuscolo avanza. Abbaiano i due rottweiler di Hans-Peter Maier. Il 50enne li accarezza. Poco dopo esce dalla villa dove ha vissuto fino a sabato, prima di essere arrestato con l’accusa di aver ucciso Matteo Diebold. Con lui, gli agenti della scientifica e della polizia giudiziaria. È appena terminato un sopralluogo nell’abitazione del principale indiziato del delitto di Via Sorengo. Gli uomini di Emilio Scossa-Baggi hanno prelevato dei campioni dalla villa. Poi Maier sale sulla Seat grigia degli inquirenti e viene riportato al carcere giudiziario della Farera. “Sono innocente” Non sono stato io, continua a ripetere. Sono innocente. Ma il 50enne, difeso dall’avvocato Carlo Steiger, rimane il principale indiziato. L’unico, tra i sospettati, ad essere stato arrestato dal procuratore pubblico Moreno Capella. Ci sono elementi che non tornano. Circostanze, versioni. Dettagli. Divergenze tra quel che racconta Maier di giovedì sera, la sera del delitto, e quel che racconta il suo compagno. Trent’anni, di origine portoghese, conosciuto in paese come Maurinio. La polizia gli ha ritirato il passaporto e ora il giovane si è trasferito dalla madre. Strane ferite Di sicuro c’è solo che Maier, quella sera, è rincasato verso mezzanotte e mezza dopo aver cenato con Diebold, il 40enne con il quale aveva una burrascosa storia d’amore. E di sicuro c’è che venerdì mattina Maier è andato con Maurinio al pronto soccorso per farsi medicare alcune ferite al ginocchio e alla mano. Dice di essersi tagliato lavorando in giardino con un taglia siepe. Il suicidio della moglie Il cielo é nero sopra Villa Luganese. Come sono oscuri alcuni episodi del passato di Hans Peter Maier. C’è in polizia un incartamento su una strana morte, avvenuta sette anni fa. La moglie di Meier, all’epoca dei fatti 83enne, si uccise ingerendo farmaci. Il caso fu archiviato come suicidio, ma a futura memoria gli inquirenti allestirono un dossier fotografico. Qualcosa non li aveva convinti. Maier aveva sposato quella donna benestante un anno prima. “Non può essere stato lui” Il cielo è nero sopra Villa Luganese. Chiuso com’è chiusa la gente del paese. Eppure c’è, tra i suoi vicini, chi giura che non può essere stato lui a uccidere Diebold. E chi invece lo dipinge come un tipo gentile ma strano. Intanto in via Sorengo 20b, dove la scientifica è pure tornata oggi per un nuovo sopralluogo, ci sono due rose e un lumino sulla buca lettere di Matteo. Domani i funerali.[email protected]
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