
“Ogni parente, dopo che si è annunciato alla ricezione, dove prendiamo i dati e la temperatura, viene accolto. Dopo la vestizione, diciamo così, c’è la disinfezione delle mani. E con la mascherina il famigliare può recarsi a trovare il proprio caro”, spiega Paolo Pezzoli, direttore degli Istituti sociali di Lugano. Si parla di vestizione perché ai visitatori viene chiesto di indossare un apposito grembiule per poter abbracciare l’anziano. Gli spazi di visita sono all’esterno, per non correre il rischio di portare il virus all’interno, ma anche perché l’estate si fa sentire.
Mascherina a lavoro
Se i visitatori indossano la mascherina per il periodo in cui stanno a contatto con il proprio parente, il personale della struttura lo fa tutto il giorno. “Siamo abituati, anche d’inverno quando c’è l’influenza la dobbiamo usare per la sicurezza nostra e dei residenti”, racconta una dipendente intervistata da Teleticino.
Curare il caldo
Ma come si combatte la canicola? “Le misure sono le solite: idratare, cercare di ombreggiare i locali, cercare di arieggiarli. Abbiamo l’aria condizionata in quelli che sono i locali principali, sala da pranzo e bar”, spiega Pezzoli. Conciliare misure contro il caldo e contro il coronavirus è quindi possibile, ma l’estate solleva un altro interrogativo: il rientro dalle vacanze dei collaboratori.
300 franchi per le vacanze in Svizzera
“Abbiamo messo in atto delle regole abbastanza rigide, per evitare che ci sia qualsiasi rischio. Privilegiando quelle che sono le vacanze in Svizzera, il consiglio di amministrazione ha deciso di devolvere 300 franchi a chi passerà le vacanze in Svizzera o in Ticino. Per quelli che rientrano dall’estero eseguiamo un tampone a spese nostre”, spiega Pezzoli.
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