
Il Consiglio federale ieri ha presentato il suo programma per la riapertura in tre fasi del Paese. Cosa succederà in Ticino non è ancora chiaro, le opzioni sembrano sostanzialmente due, ma maggiori dettagli potranno arrivare la prossima settimana. In ogni caso: potrebbe esserci il prolungamento della finestra di crisi oppure un allineamento con le misure della Confederazione. Il Consiglio federale, lo ricordiamo, ha programmato un leggero allentamento delle misure a partire dal 27 aprile, con l’apertura di studi per la cura della persona come parrucchieri, massaggiatori e altri settori professionali.
Finestra di crisi anche dal 27?“Il Consiglio di Stato chiederà ancora di beneficiare della finestra di crisi che toccano tre ambiti: il settore dei cantieri, dell’industria e del turismo” ha detto Raffaele De Rosa, Direttore del DSS, durante il TgSpeciale di Teleticino. In parole semplici la situazione attuale è che il Consiglio di Stato ora valuterà che cosa portare come proposta a Berna, ciò che è chiaro, sottolinea De Rosa, è che “per quanto riguarda le proposte di apertura va concepito parallelamente dai settori interessati un concetto di protezione, ovvero un servizio di sicurezza volto ad evitare che la gente si accalchi o che venga in contatto con superfici contaminate”. Perciò, sottolinea il Ministro della sanità ticinese, “le norme di igiene sono necessarie, ci vuole prudenza”. Per il 27 aprile, dunque, il Consiglio di Stato “valuterà se ci sono margini di manovra a livello cantonale per capire come attuare i piani di sicurezza”.
Allentare..."Ma con prudenza"Un allentamento delle misure che arriva dopo l’analisi dei dati che tutti i giorni ci giungono. Ciò che sta accadendo in Ticino è chiaro a tutti: i casi di contagi sono scesi e sembrano essersi assestati raggiungendo il cosiddetto "picco artificioso". Ma non si rischia di avere troppa fretta? “Prediligo i piedi di piombo, ma in queste settimane siamo riusciti ad adottare una serie di misure grazie al comportamento dei cittadini che hanno dimostrato un senso di responsabilità individuale e di diligenza verso sé stessi e gli altri. Per questo spero che lo stesso comportamento continuerà anche in futuro”. I dati, conferma De Rosa, “sono diminuiti, siamo mediamente ai 20 contatti giorno e anche in ospedale le persone ricoverate sono diminuite, sono segnali incoraggianti ma ci vuole tanta cautela”.
"Tutti possono contrarre la malattia, anche i bambini"Ha fatto molto discutere l’affermazione di Daniel Koch dell’UFSP durante la Conferenza stampa secondo il quale infatti i bambini non sarebbero contagiosi, o almeno, salvo rare eccezioni. Affermazione che, quasi logicamente, ha scaturito molta confusione fra la popolazione elvetica. “Siamo sconcertati dalle dichiarazioni di Koch. Tra i nostri dati risultano anche bambini, giovani e giovani adulti. L’unica cosa che sappiamo finora è che i più giovani hanno un decorso della malattia più lieve ma non vengono esclusi dal ruolo della catena di trasmissione. Non possiamo sconfessare tutto quello detto fino a ieri. Per questo, congiuntamente con il Medico cantonale vogliamo dire che i giovani possono avere un ruolo importante nella trasmissione della malattia”. E sottolinea: “Tenete duro: niente abbracci, mantenete le distanze e mantenete separate le fasce più fragili della società”.
Mascherine, il grande dilemmaLe mascherine sono un punto dolente per l’emergenza che stiamo vivendo. Ce ne sono, non ce ne sono, le produrremo o le chiederemo all’estero, si mettono o non si mettono, sono le domande più frequenti. De Rosa spiega: “Ne abbiamo discusso in Consiglio di Stato e stiamo valutando la possibilità di fabbricarle in Ticino, ci sono alcune aziende che sono disponibili a produrle. In ogni caso – precisa – questa crisi dovrà insegnarci molto anche nell’approvvigionamento locale di prodotti sanitari, dovremmo diventare meno dipendenti dall’estero”. “Attualmente i quantitativi – prosegue – non sono elevatissimi”. Ma le mascherine si devono sapere usare perché se no, come più volte detto dalle autorità sanitarie, non servono a niente. “Come ministro della sanità mi piacerebbe distribuirle a tutti ma ora non possiamo, devono essere assicurate alle personale al fronte e alle persone più fragili”.Il messaggio veicolato però, a detta di Raffaele De Rosa, è stato mal interpretato: “Il Consiglio di Stato non ha mai detto che è raccomandato di non portare la mascherina. Non si raccomanda di portarla per una questione di numeri in stock ma non significa che non si può portare: chi ce l’ha la metta pure”. E ribadisce però, il messaggio già veicolato da Giorgio Merlani: “Non ha senso portare la mascherina se non vengono igienizzate bene le mani, se non si lavano più volte al giorno e se non si mantengono le distanze sociali raccomandate”. L’obbligo della mascherina per De Rosa potrebbe essere inserito nei piani di portezione contenuti nell’ordinanza federale, “soprattutto per alcune professioni come chi si occupa della cura delle persone”.
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