Ticino
'Stiamo lavorando per una Davos dell’oncologia'
Redazione
16 anni fa
Cavalli ha presentato gli obiettivi della Scuola europea di oncologia di Bellinzona. Auspicata la creazione di un congresso mondiale contro il cancro

Con ogni probabilità sarà la Scuola europea di oncologia (ESO) a organizzare il primo forum mondiale sul cancro, una sorta di Davos dell’oncologia. La notizia è trapelata oggi, a margine di una conferenza stampa, nella quale si è voluto presentare le attività e i progetti della scuola con sede in Ticino e a Milano. Nata 27 anni fa, la scuola si è imposta a livello mondiale nel campo dell’oncologia. Tra i suoi fondatori troviamo Franco Cavalli e Umberto Veronesi, specialisti di fama internazionale. Oggi, a Bellinzona si è voluto fare il punto, raccontando gli esordi e i progetti futuri di questa scuola, la cui priorità è da sempre legata alla formazione continua. “Noi siamo stati i primi venticinque anni fa, spiega il direttore della scuola europea Alberto Costa, a fornire corsi di formazione per medici oncologi. Oggi con l’ausilio di internet continuiamo con questa attività, estendendola però a tutto il mondo”. Nel campo medico infatti le conoscenze evolvono così rapidamente che non basta laurearsi una volta per tutte. Bisogna continuare a studiare. La scuola europea s’incarica dunque di fornire ai medici di tutto il mondo, da New York alla Cina, queste conoscenze. L’esistenza della scuola è resa possibile grazie a due fondazioni, una italiana l’altra ticinese, che ogni anno finanziano con circa 3 milioni di franchi innumerevoli attività legate alla ricerca e alla formazione. Durante la conferenza stampa, Franco Cavalli, co-presidente del Comitato scientifico dell ESO, ha spiegato come l’impegno della scuola europea nei prossimi anni si concentrerà in particolare sui paesi dell’est dove il cancro sta vincendo la gara con la vita. “Ci siamo accorti, spiega Cavalli, che nell’Europa occidentale c’è meno bisogno della scuola europea di quanto lo fosse 25 anni fa. Molto diversa, invece, la situazione nei paesi dell’est Europa dove si registra un netto peggioramento delle strutture a livello sanitario e dove negli ultimi anni c’è stato una chiara diminuzione dell’aspettativa di vita. Abbiamo quindi deciso di concentrare i nostri sforzi nei nuovi paesi dell’unione europea e nel settore del ex unione sovietica. Qui da noi, e s’intenda l’Europa occidentale, la lotta contro il cancro non è ancora vinta, ma siamo a buon punto ha spiegato il dottor Costa. Sebbene il numero dei malati di cancro aumenta ogni anno dell’1 per cento, sono sempre meno coloro che ne muoiono. “Se trenta anni fa, su cento donne che si ammalavano al seno, settanta morivano, oggi questa mortalità è stata dimezzata. E questo grazie ai notevoli miglioramenti nella diagnosi precoce e nelle terapie”, commenta Cavalli. [email protected]

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