
La conferma è giunta ieri: il cantiere della linea ferroviaria Stabio-Arcisate è stato definitivamente chiuso, il contratto con la ditta appaltatrice è stato rescisso e durante la prossima estate verrà allestito un nuovo bando di concorso.
Mentre in Svizzera ci si appresta ad inaugurare la nuova tratta Mendrisio-Stabio, il prolungamento fino ad Arcisate e poi alla Malpensa slitta così a tempi sempre più ignoti.
In questa imbarazzante situazione la Svizzera cosa intende fare?
Se lo chiedono due consiglieri nazionali ticinesi, Marco Romano (PPD) e Lorenzo Quadri (Lega), i quali hanno inoltrato oggi due distinte domande in tal senso al Consiglio federale.
"Nel giorno in cui su lato svizzero si festeggia l’apertura, dall’Italia giunge conferma che tutto va rifatto" scrive Romano. "Alla base del progetto vi è un accordo internazionale e da parte Svizzera, il Consiglio federale, deve verificare ogni azione e misura possibile."
Il consigliere nazionale PPD pone al Governo le seguenti domande: "L'Italia conferma che i lavori per la costruzione della ferrovia Stabio-Arcisate (lato italiano) dovranno essere affidati a una nuova impresa con una nuova gara d’appalto. I tempi, per questo elemento centrale per la mobilità del Mendrisiotto, si allungano inesorabilmente. Giusta l'accordo internazionale del 20.10.2008 tra CH e I, la Svizzera ha la possibilità di tutelarsi contro il fallimento del progetto su lato italiano? Sono possibili misure per richiamare l'Italia alle proprie responsabilità?"
"Sulla parte italiana della ferrovia Stabio-Arcisate la situazione precipita: la ICS ha annunciato la rinuncia alla commessa e si annuncia un ulteriore stop del cantiere di parecchi mesi" scrive dal canto suo Quadri. "Come valuta il Consiglio federale l'ennesimo fallimento della collaborazione con l'Italia? Che garanzie ci sono che il proseguimento a sud di Alptransit non faccia la stessa fine? Il Consiglio federale intende esercitare pressioni e/o prendere misure unilaterali nei confronti dell'Italia per ottenere il rispetto degli impegni presi?"
Il Consiglio federale risponderà a Romano e Quadri lunedì prossimo 1° dicembre alle 14’30 nell’ambito dell’ora delle domande del Consiglio nazionale.
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