Ticino
“Speriamo arrivi l’acqua”
Immagine CdT
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Il sindaco di Gambarogno commenta l’evoluzione positiva dello stato del rogo. “La pioggia aiuterebbe tutto il Ticino”. Barenco: “Lavoro efficace dei pompieri”

Dopo oltre una settimana dallo scoppio del rogo sul Monte Gambarogno il sindaco Gianluigi Della Santa inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Le raffiche fortissime di vento registrate nella giornata di ieri hanno fatto temere il peggio ai pompieri in azione ma fortunatamente – hanno fatto sapere i pompieri – la situazione ora sembra essere sotto controllo.

“Speriamo arrivi l’acqua”
“Speriamo arrivi l’acqua”, commenta il sindaco Della Santa proprio nella giornata in cui tristemente si segnano due mesi esatti di siccità. “Un po’ di pioggia aiuterebbe non solo il Gambarogno ma tutto il Ticino”, aggiunge.

Felicità degli abitanti di Indemini
Dall’inizio dello scoppio dell’incendio gli abitanti di Indemini sono stati forzatamente evacuati perché le fiamme minacciavano il paese. Fortunatamente, però, già solo dopo alcuni giorni i domiciliati hanno potuto fare rientro nelle loro case. “Erano felicissimi e commossi”, racconta Della Santa. “Stanno tutti bene e sono seguiti dai nostri servizi. C’è ancora il problema dell’acqua potabile e siamo in attesa dei risultati delle analisi”, sottolinea.

“Ancora presto per dare una cifra”
In generale è ancora presto capire a quanto ammonterà la fattura per il comune del Gambarogno. “È ancora presto per dare una cifra”, sottolinea il sindaco. I danni, comunque, sono molteplici. C’è una cospicua parte di bosco che è andata letteralmente in fumo, “era stato curato con grossi investimenti da parte dei patriziati e bisognerà con pazienza ricostruirla”, conclude.

Le condizioni dell’incendio
Nel frattempo, le condizioni favorevoli permettono un lavoro efficace dei pompieri di montagna sul terreno. I militi, spiega il comandante dei pompieri Samuele Barenco, sono suddivisi in quattro settori e supportati da tre elicotteri per l’approvvigionamento di acqua e stanno procedendo “con un minuzioso lavoro di bonifica dei punti caldi”. Le correnti termiche hanno riattivato puntualmente alcuni focolai, “prontamente controllati e spenti” dai pompieri.

Immagine Pompieri Bellinzona
Immagine Pompieri Bellinzona

Caratteristiche dell’incendio
Le caratteristiche peculiari dell’incendio di sottosuolo - la tipologia con la quale sono attualmente confrontati i militi - richiede un intenso lavoro manuale. I pompieri - sottolinea Barenco - “devono infatti smuovere il terreno con l’aiuto di rastrelli, rastri e zappe, per poter irrorare abbondantemente il sottosuolo”, in particolare in prossimità delle radici degli alberi. Dai riscontri avuti sul terreno il fuoco è annidato tra 10 e 20 cm; “puntualmente, se lo spessore della lettiera è importante e laddove l’incendio in superficie è stato particolarmente intenso e duraturo, il fuoco di sottosuolo può raggiungere i 50-60 cm di profondità”, spiegano.

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