
Interpellati a inizio anno, i 2/3 dei Comuni ticinesi avevano detto di sì: le cosiddette "liste nere" di chi non paga i premi di cassa malati e a cui dunque vengono sospese le cure non necessarie andavano riattivate. Uno strumento che ieri la maggioranza del Parlamento - formata da sinistra, Lega e "partitini" - ha invece deciso di stralciare, definendola “disumana” e “inefficace”. "Se c’è una cosa inefficace, è la situazione attuale", replica ai microfoni di Ticinonews il capodicastero socialità a Lugano Lorenzo Quadri riferendosi al compito demandato ai Comuni: convocare i morosi per capire i motivi legati al mancato pagamento e quindi distinguere le persone in difficoltà dai furbetti. Compito che oggi i Comuni "non riescono a svolgere per un motivo molto semplice. Senza lo spauracchio, il rischio dell’iscrizione in blacklist, le persone nemmeno si presentano agli sportelli, e quindi l’esercizio non può partire", rileva Quadri.
Alcune cifre
A Bellinzona l'omologo di Quadri, Renato Bison, fornisce anche delle cifre: "Da un 40-30% siamo scesi a un 10% che si presenta allo sportello rispondendo al nostro invito, e questo ci permetteva di raggiungere, dialogare con delle persone che avevano realmente bisogno", spiega Bison. Ecco perché - secondo lui - "l’onere operativo vale l’aspetto sociale".
Trovare delle alternative
A mente dei due municipali vanno quindi trovate delle alternative al più presto per convincere le persone a presentarsi ai colloqui. "Potremmo essere noi a raggiungerli, e qui penso agli operatori di prossimità che hanno un compito molto importante, perché sono loro ad andare sul territorio", aggiunge Bison. "Tante volte queste persone neppure sapevano che esistono certi uffici di aiuto o di sostegno". Dal canto suo, Quadri mette in chiaro: non si parli più di denuncia penale come voluto in passato dal Cantone. "L’unico risultato che si otterrebbe sarebbe quello di intasare il Ministero pubblico con denunce che non avrebbero alcun seguito", sottolinea Quadri. Oltretutto "finirebbero denunciate persone che effettivamente sono in difficoltà".
Palla al Cantone
Il dibattito, insomma, non termina con il voto di ieri. La stessa minoranza commissionale ha avanzato delle proposte per aiutare chi ne ha diritto, come l’accesso automatico ai sussidi. La palla torna al Cantone.