Ticino
“Situazione non drammatica ma difficile”
Thomas Schürch
3 anni fa
Mattia Lepori, vicecapo area medica dell’Eoc, invita ancora alla prudenza. “Non si chieda alle strutture sanitarie ‘di pagare il prezzo della normalizzazione’”. Fabio Regazzi (Usam): “Bisogna agire anche per la popolazione che soffre a causa delle restrizioni”

Allentare le restrizioni oppure no? Il dibattito è sempre vivace e le opinioni in merito divergenti. Qualche giorno fa il consigliere federale Alain Berset aveva rilasciato dichiarazioni che facevano ben sperare in ottica allentamenti, paragonando la variante Omicron a un’influenza per i vaccinati e lanciando così la Svizzera verso la fase endemica. Nel finesettimana era stato anche detto che il periodo del certificato Covid stava giungendo alla fine.

Oggi però gli esperti della Confederazione, nel corso del consueto appuntamento informativo settimanale, hanno espresso una visione diversa, ricordando che la Svizzera è uno dei paesi con la più alta incidenza di casi e che la diffusione di Omicron continua a progredire rapidamente. Mattia Lepori, vicecapo area medica dell’Eoc, si dice d’accordo con gli esperti della task force. “Le strutture ospedaliere si trovano in una situazione che, seppur non drammatica come quella dello scorso anno, è comunque difficile. Se si vuole, tra virgolette, chiedere alle strutture sanitarie di pagare il prezzo per la normalizzazione della società lo si faccia, ma lo si faccia chiaramente”.

“Non si utilizzino gli ospedali per avanzare richieste”
A Lepori il paragone tra Omicron e influenza non piace. “La nuova variante non è un’influenza, non ci sono mai stati così tanti pazienti ospedalizzati contemporaneamente a causa dell’influenza”. E in merito alla proposta di un ‘freedom day’, un giorno per lasciarsi alle spalle le restrizioni “non mi stanno bene gli argomenti che vengono usati per supportare queste richieste, in particolare quando si afferma che le strutture sanitarie non sono più sotto pressione e si dice che il numero dei ricoveri è in continuo calo. Proprio ieri la Confederazione ha detto che i numeri dei ricoveri non sono mai stati così alti da un anno a questa parte. Non si utilizzi la situazione degli ospedali per dire che queste richieste sono legittime”, conclude Lepori.

“La situazione non è così drammatica”
Di tutt’altro avviso Fabio Regazzi, Presidente dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri (Usam), che auspica un massiccio allentamento delle misure. “La nostra richiesta è formulata sulla base della situazione che si sta delineando, la quale è lontana dalle previsioni catastrofiste che parlavano di strutture sanitarie al collasso”, afferma Regazzi.

Il pensiero rivolto alla gente
Bisogna agire “anche per la popolazione, non solo per l’economia” puntualizza Regazzi. “Ci sono conseguenze pesanti di cui tenere conto. Massimo rispetto per ciò che gli operatori sanitari stanno facendo, ma è necessario guardare anche l’altra faccia della medaglia: la popolazione soffre, come testimonia il boom di tentati suicidi tra i giovani. È il momento di cambiare strategia e di uscire da questo trend di restrizioni”.

“Capacità di resilienza straordinaria”
Riguardo all’aria che si respira nel mondo imprenditoriale, Regazzi parla di una “situazione difficile e pesante, ma la capacità di resilienza dell’economia svizzera è starordinaria. Nonostante le avversità, si riesce ancora a mantenere dei buoni livelli di occupazione. Speriamo solo che sul fronte pandemia si riesca a voltare pagina, poi gli altri fattori li affronteremo come abbiamo sempre fatto”.

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