Ticino
Sit-in a Bellinzona contro la URC22
Immagine CdT/Zocchetti
Immagine CdT/Zocchetti
Daniele Coroneo
3 anni fa
È quello annunciato da Comunisti, Pop e Movimento svizzero per la pace per esprimere dissenso nei confronti della Conferenza sull’Ucraina in programma a Lugano. “Evento di stampo neo-liberista”

Sette ragioni per opporsi alla “Ukraine Recovery Conference”, in programma a Lugano lunedì e martedì. Sono quelle evocate dal Partito comunista (Pc), dal Partito operaio e popolare (Pop) e dalla sezione ticinese del Movimento svizzero per la pace (Msp). Per esprimere il loro dissenso, i due partiti e il movimento organizzano sabato una “giornata di mobilitazione” a Bellinzona, con una manifestazione sit-in alle 16.30 in Piazza Simen.

“Alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, che si inserisce nel processo di riforme innescato dopo il golpe filo-atlantico e liberale di Euromaidan del 2014, parteciperanno istituzioni internazionali politiche, finanziarie e militari che intendono procedere a una spartizione di stampo neo-coloniale del Paese a tutto vantaggio degli interessi statunitensi e dei grandi monopoli”, scrivono le organizzazioni.

“Diktat Usa-Ue”
La critica principale che comunisti, Pop e Msp rivolgono alla Ukr 2022 di Lugano è proprio quella di essere un evento al soldo di istituzioni “di stampo neo-liberista”, accusate di applicare ricette che, “come già avvenuto in altre realtà dell’Est-Europa, avrebbero delle drastiche ripercussioni sulle condizioni delle classi popolari e sulla sovranità del Paese”, con “liberalizzazioni economiche”, “smantellamento dello Stato sociale”, “deregolamentazione del mondo del lavoro” e “svendita dei beni pubblici”. Pc, Pop e Msp si appellano quindi alla Svizzera, chiedendo di impegnarsi per giungere a “una soluzione negoziata” fra le parti, che non preveda “diktat neo-coloniali targati Usa-Ue”.

Dispositivo eccessivo, ma timori per la sicurezza
A essere malvisto è pure l’importante dispiego di forze preposte alla sicurezza dell’evento, giudicato “sproporzionato” e “che porterà con sé dei disagi significativi per la cittadinanza e per i piccoli commerci”. La sicurezza è tuttavia fonte di timori per gli organizzatori della manifestazione di Bellinzona, che citano le dichiarazioni riportate nella rivista della Società svizzera degli ufficiali, dove si evocava la presenza a Lugano di spie russe, pronte anche a causare “incidenti”. “Una dichiarazione gravosa, questa – scrivono – che lascia trasparire una strategia della tensione pericolosa anche per la nostra stessa sicurezza nazionale”.

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