
“La nostra era un’azione simbolica per dimostrare il nostro sostegno ai lavoratori presenti”. Così il segretario regionale di Unia Giangiorgio Gargantini ha descritto l’episodio di protesta contro il Municipio di Paradiso che oggi, a distanza di tre anni, lo ha portato in Pretura penale a Bellinzona coi colleghi Vincenzo Cicero e Matteo Poretti. Nei loro confronti il procuratore pubblico Roberto Ruggeri, non presente in aula, ha infatti firmato un decreto d’accusa per coazione consumata e tentata. “Un metodo già utilizzato in passato senza conseguenze a livello di giustizia”, ha spiegato Gargantini rispondendo alle domande del giudice Flavio Biaggi.
La vicenda
I fatti risalgono ad ottobre 2021, quando gli imputati, per protestare contro il peggioramento delle condizioni di lavoro denunciato dai dipendenti, avevano impedito l’accesso al magazzino comunale a Pambio-Noranco anche con delle auto davanti ai cancelli. Per l’accusa l’azione ha “indotto numerosi dipendenti comunali all’astensione dell’attività lavorativa”, nonché minacciato “di grave danno e intralciato la libertà di agire dei membri di Municipio e Comune di Paradiso”. Municipio che, attraverso il sindaco Ettore Vismara, aveva quindi sporto denuncia e rappresentato in aula dall’avvocato Edy Salmina. “Volevamo dimostrare che, come sindacato, ci assumevamo la responsabilità dell’azione di protesta contro il Municipio”, ha puntualizzato Cicero. “Non arriviamo mai ad azioni di questo tipo senza un’adesione ampia da parte dei lavoratori”.
Il processo
“Il Municipio era disposto a discutere”, ha fatto notare il legale Salmina. “Il sindaco era arrivato gridando e sbraitando”, ha ribattuto Cicero. “Se si fosse trovato un accordo, l’azione sarebbe terminata. Le tensioni sono nate proprio di fronte all’indisponibilità del Municipio di trattare”. Un episodio evocato in aula anche da due testimoni, entrambi convocati dall’avvocato difensore Davide Ceroni. Il primo, dipendente di Paradiso dal 2000 e presente ai fatti, ha dichiarato di essersi recato sul posto di lavoro ignaro che fosse quello il giorno del previsto sciopero. L’accoglienza da parte dei sindacalisti, ha proseguito, fu però gentile: “Ci spiegarono che quel giorno i cancelli del magazzino sarebbero rimasti chiusi per astenerci dal lavoro. Solo un lavoratore espresse timore, in poco tempo però capì che quell’azione era necessaria”. Il testimone ha poi spiegato che le entrate e le uscite dal magazzino per le urgenze erano comunque garantite. Il dipendente era anche presente all’arrivo di Ettore Vismara e, incalzato dal giudice, ha dichiarato: “Il sindaco effettivamente sbraitava: chiese a chi volesse lavorare di andare dalla sua parte. Nessuno si è mosso”. Anche il secondo testimone, dipendente del Comune di Paradiso dal 1988, era presente all’azione e ha spiegato che “i sindacalisti non hanno obbligato nessuno a prendervi parte: se qualcuno avesse voluto lavorare, avrebbe potuto”.