
Temperature sopra la media, precipitazioni scarse o inesistenti. Sono questi i principali temi trattati dai pescatori ticinesi nel corso della centodecima assemblea della Federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca (FTAP) , tenutasi sabato a Pregassona. “Già lo scorso anno i corsi d’acqua ticinesi hanno registrato livelli molto bassi”, ha spiegato a Ticinonews il presidente della FTAP Urs Luechinger. “Quest’inverno inoltre non ha nevicato, quindi rischiamo di non avere la riserva per recuperare il deficit idrico del 2022. Siamo molto preoccupati per quello che potrebbe verificarsi quest’estate, dobbiamo sperare in abbondanti precipitazioni durante la primavera”.
“I piccoli riali rischiano di sparire e i pesci di morire”
Se quest’anno la situazione non dovesse migliorare le conseguenze per corsi d’acqua e pesci potrebbero essere catastrofiche. “I piccoli riali in alta montagna rischiano di asciugarsi e sparire senza l’apporto idrico dei nevai. Senz’acqua alcuni pesci moriranno, mentre altri si sposteranno altre zone”, spiega Luechinger. Ma i problemi non toccano solo le alte quote. “I tratti terminali dei fiumi con poco deflusso si scalderanno a causa del riscaldamento climatico e le trote non troveranno più un habitat ospitale. Questo succede già lungo certe tratte dei fiumi Cassarate e Vedeggio, dove la trota è stata sostituita da pesci più resistenti, ma meno ambiti dai pescatori”.
“Dobbiamo rassegnarci”
Il cambiamento climatico mette quindi a rischio anche la biodiversità dei corsi d’acqua. “In parte non ci resta che rassegnarci. I pescatori possono ancora catturare dei bei pesci nei due grandi laghi, Verbano e Ceresio, e nei laghetti alpini. Mentre per i corsi d’acqua siamo tutti preoccupati”.