
Oggi sono due mesi che su buona parte del nostro cantone non si registrano precipitazioni. “L’ultima di una certa consistenza risale all’8 dicembre”, spiega a Ticinonews Guido Della Bruna, di MeteoSvizzera. “Qualcosa è sceso sull’Alto Ticino, ma a eccezione di questa parte del cantone, le precipitazioni nell’arco di questi 60 giorni sono state inferiori ai 10 millimetri. Per 30 giorni, sono state totalmente assenti”. Nonostante un certo grado di incertezza, per il meteorologo è probabile che quest’inverno “sarà nella top 5 degli inverni più secchi, soleggiati e caldi”.
Deficit idrico in primavera
Le conseguenze di questa situazione potrebbero trascinarsi anche nei mesi a venire: “In mancanza di uno strato spesso di neve in montagna, è possibile che il deflusso sarà scarso al momento del disgelo. In primavera vedremo quindi un deficit idrico nei corsi d’acqua”.
Colture protette in parte dalla stagione
Inevitabilmente la siccità lascia il segno sulle attività agricole, anche se non tutti i settori del primario sono colpiti allo stesso modo. “Se questa situazione dovesse continuare, vedo dei problemi per la crescita delle colture all’aperto, come erba e cereali, dove un’irrigazione artificiale non è prevista”, illustra Sem Genini, segretario agricolo dell’Unione contadini ticinesi. “Al momento, la vegetazione è ancora a riposo: l’impatto di questa siccità sarebbe più serio se avvenisse dopo la pausa invernale”. Il caldo anomalo di queste settimane potrebbe però determinare una crescita prematura delle colture, che rimarrebbero facilmente vittima di gelate tardive.
Orticoltura avvantaggiata
Nell’agricoltura c’è anche chi beneficia di questa meteo, anche se solo in questa parte dell’anno: è il caso dell’orticoltura. Secondo Genini, “le giornate soleggiate hanno un effetto positivo su colture come quella dei pomodori, rendendo anche meno necessario l’utilizzo di impianti di riscaldamento nelle serre. Inoltre, il basso grado di umidità evita la comparsa di problemi fitosanitari”.
E in futuro?
Stiamo dunque andando verso un Ticino ancora più mediterraneo? È possibile che in futuro i nostri contadini coltiveranno nuove verdure? Sem Genini non lo esclude: “Non conosco ancora di stravolgimenti in questo senso, però c’è sempre qualcuno che sperimenta delle produzioni di nicchia, che, se funzionano, possono poi essere coltivate in maniera più estesa. I nostri agricoltori sono pur sempre degli imprenditori”.
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