
Pace, dignità e solidarietà. Mai come quest’anno sarà importante scendere in piazza a ribadirlo, hanno spiegato i sindacati a Bellinzona in vista del primo maggio. Da una parte perché da due anni la pandemia ha impedito di tornare a chiedere in gran stile per le strade più giustizia sociale, in quel Cantone dove i salari sono i più bassi della Svizzera. Dall’altra, perché la guerra scoppiata ormai due mesi fa in Europa ha portato a nuove incognite economiche e minato quei valori fondamentali alla base dei diritti sociali.
“Senza pace nessuna dignità”
“Senza pace non ci può essere quella dignità necessaria per avere un salario dignitoso, delle pensioni giuste e senza dignità non ci può essere nemmeno quella solidarietà che permette di crescere”, spiega Renato Minoli presidente dell’Unione Sindacale Svizzera Ticino. A fargli eco Francoise Gheringh, segretaria sindacale SEV. “Da un decennio assistiamo impotenti all’erosione dei salari con un costo della vita che, al contrario, non fa che aumentare”. “Il costo della vita aumenta e se non ci saranno precise contromisure per i salari una famiglia rischia di perdere mediamente 3’500 franchi all’anno”, sottolinea Gheringh.
Riforma Avs21
Più dignità per i salariati ma anche per i pensionati. Uno dei grossi temi della manifestazione sarà infatti il no alla riforma AVS 21 per alzare l’età pensionabile delle donne. “Scarica sulle spalle delle donne tutto il costo di un assestamento dell’Avs, donne che sono discriminate in tutto il corso della loro vita”, spiega Chiara Landi presidente Gruppo Donne USS-TI.
Appuntamento a Bellinzona
Pensioni ma anche difesa del clima, indipendenza energetica, riduzione dell’orario di lavoro e “no” al decreto Morisoli. Tanti temi che si potranno discutere in piazza il primo maggio a Bellinzona. L’appuntamento è alle 11 in Largo Elvezia.
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