Ticino
Si è chiusa un’altra edizione di “Sbullo”
Immagine Shutterstock
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Redazione
2 anni fa
La quasi totalità degli allievi intervistati ha accesso ad uno smartphone o ad un tablet. La Polizia: “Grande partecipazione”

L’ottava edizione della campagna di prevenzione “Sbullo” è terminata. L’azione, lo ricordiamo, è stata rivolta da febbraio a marzo alle ragazze e ai ragazzi di quinta elementare degli Istituti scolastici della Città di Lugano. L’azione, promossa dalla Città e dalla Polizia di Lugano, ha permesso al sergente capo Claudio Mastroianni e al caporale Patrick Bruehwiler di incontrare 440 allievi, suddivisi in 27 classi. Con loro, spiegano, “sono stati affrontati i temi del bullismo e dei suoi effetti potenzialmente drammatici; con ciò sono stati trattati anche i temi del rispetto, dell’identità e delle differenze, della stima e dell’autostima, delle emozioni e del loro riconoscimento”. Un ampio capitolo è stato dedicato al tema dei pericoli in rete e sono stati offerti i consigli per proteggersi dai rischi che si possono incontrare navigando nella rete e utilizzando i social network. Nel programma anche i temi giovanili della violenza, dei furti, dei danneggiamenti e dei graffiti.

Lo scopo della lezione “è stato quello di fornire agli allievi gli strumenti per riconoscere e proteggersi dai potenziali pericoli dovuti a episodi di bullismo e cyberbullismo, come anche far riconoscere al più presto agli oramai “nativi digitali” l’importanza della protezione dei propri dati personali, visti i rischi ricorrenti quando foto e selfie sono caricati sui social network”. Le ore di lezione hanno permesso ai giovani di porre numerose domande, a dimostrazione di una grande partecipazione e attenzione ai problemi che si incontrano online. Con l’occasione è stato condotto anche un sondaggio anonimo tra gli allievi riguardo all’uso dello smartphone/ tablet. “È così emerso che la quasi totalità (96%) degli allievi intervistati ha accesso ad uno smartphone o ad un tablet (anche non di proprietà) e che il 32% di loro afferma di utilizzarli per più di 2 ore al giorno (ciò corrisponde ad almeno un mese intero in media all’anno passato davanti ad un device)”.

I principali consigli per i genitori della Prevenzione svizzera della criminalità:
1. Incoraggiate vostro/a figlio/a a confidarsi con voi.
2. Non temete di affrontare il tema del cybermobbing o del cyberbullismo, anche se voi stessi non siete tanto pratici di laptop, tablet e smartphone.
3. Se osservate cambiamenti di comportamento in vostro/a figlio/a, parlate con lui/lei delle possibili cause del cybermobbing.
4. Raccogliete le prove degli attacchi di cybermobbing o cyberbullismo.
5. Discutete del caso di cybermobbing o cyberbullismo anche con l’insegnante di classe e/o con il servizio scolastico responsabile.
6. Se l’attacco di cybermobbing o cyberbullismo non cessa immediatamente dopo aver preso contatto con gli/le allievi/e e gli adulti di riferimento, ricorrete ad un aiuto esterno.

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