Ticino
“Si dia la cittadinanza a Liliana Segre”
Immagine CdT
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Federico Marino
3 anni fa
Intervista a Jacopo Scacchi, primo firmatario della mozione depositata oggi in cancelleria a Mendrisio, in occasione della Giornata internazionale della memoria

Un monumento alla memoria dei rifugiati e dei respinti alla frontiera – ma anche degli episodi di solidarietà, e la cittadinanza onoraria alla Senatrice italiana Liliana Segre. Sono questi gli obiettivi della mozione consegnata quest’oggi alla Cancelleria comunale di Mendrisio. Entrambe le misure hanno al centro il comune di Arzo, situato ai margini del distretto, al confine con l’Italia. È proprio qui che in uno dei periodi più bui della storia europea, la Seconda Guerra Mondiale, ebrei e dissidenti provenienti dalla Penisola – che nel 1943 firmò l’armistizio, venendo immediatamente occupata dal Reich al nord e al centro – si recano nel comune momò in cerca di rifugio. Non è un caso che l’iniziativa di rendere Segre cittadina onoraria di Arzo e di erigere un monumento a chi si è recato alla frontiera dello stesso comune venga depositato proprio oggi. La data del 27 gennaio, Giornata internazionale della memoria, è in questo senso fortemente simbolica. Abbiamo intervistato il primo firmatario della mozione, il Consigiere comunale di Mendrisio Jacopo Scacchi (L’AlternativA – Verdi e sinistra insieme) che è originario proprio di Arzo.

Da dove nasce l’iniziativa che ha portato poi alla stesura della mozione?
“È da un paio di anni che ci stavo pensando. Essendo di Arzo, mio nonno, nato e cresciuto qui, mi ha sempre raccontato storie di quel periodo. Per esempio ricordo come mi raccontasse che nella camera in cui dormo a casa nostra erano rifugiati dissidenti militari italiani, scappati in seguito all’armistizio, o di episodi di quotidiana ospitalità ai rifugiati, come il dono di un po’ di cioccolato. Un altro suo ricordo sono i bombardamenti su Torino e Milano, avvistati dal balcone di casa.

Con l’avanzare dell’età di mio nonno, mi sono reso conto che questi racconti, se non tramandati, spariscono. E questo vale per chiunque abbia una storia da raccontare nel Mendrisiotto. Quindi, parlando di questo argomento con degli amici, ci siamo resi conto che sarebbe stato bello fare qualcosa in questo senso, per esempio coinvolgendo la Senatrice Segre. Insomma, da un’esperienza personale, rendendomi conto che siamo di fronte a qualcosa che accomuna il vissuto di molti di noi, ho voluto agire al servizio della collettività. Il documentario trasmesso dalla RSI la scorsa domenica ha fatto sì che mi dicessi che era il momento giusto per avere una tale iniziativa, anche grazie al lavoro storiografico di Bazzocco che mi ha fornito dei dati in più.”

Oggi, 27 gennaio, è l’occasione per interrogarci nuovamente sull’importanza del ricordo, specialmente per la tragedia che è stata l’Olocausto. Qual è il ruolo della memoria secondo lei?
“Credo che questi racconti che parlano del ruolo della Svizzera durante la Seconda Guerra Mondiale spesso sono sottaciuti perché in una certa misura ci si è quasi vergognati e pentiti dell’atteggiamento in materia di respingimento. Durante la mia riflessione mi sono reso conto dell’importanza della memoria quale concetto storico che non dice il giusto o lo sbagliato, ma racconta ciò che c’è di oggettivo. Il suo compito è portare episodi nella storia di una collettività, non giudicare le azioni del passato, ma ricordare gli avvenimenti che in un certo qual modo hanno contribuito a formare la comunità che siamo adesso. È giusto che questi vengano ricordati nel bene o nel male. Anche perché non è corretto che degli episodi negativi possano offuscare quelli positivi, è bene che vengano ricordati entrambi.”

La giornata della memoria è anche un’occasione mettere la storia al servizio dell’attualità. Ci sono elementi legati all’attualità che l’hanno portata a promuovere quest’iniziativa?
“Un episodio di attualità specifico che ha dato l’input non c’è stato. Però l’iniziativa nasce con la consapevolezza che la storia e la memoria siano un’enciclopedia da consultare per conoscere gli errori e coscientemente decidere di evitarli. Ho l’impressione che troppo spesso si ripetono degli errori del passato, che si è deciso di dimenticare. Sebbene sia chiaro che ci sono ancora degli episodi evitabilissimi riguardando nel passato, l’attualità non è il “casus belli” della mozione.

Ciò riguarda in particolare la decisione di erigere il luogo della memoria ai rifugiati e ai respinti. Invece nelle mie intenzioni conferire la cittadinanza onoraria della Senatrice Segre è un gesto simbolico molto umile, che nella consapevolezza di non poter lenire il dolore provocato dal suo contatto con la nostra comunità, vuole riconoscere i valori che la sua persona trasmette e diffonde in Italia e in Europa. È uno schieramento della città di Mendrisio al fianco dei valori della Segre: il valore del ricordo, della memoria e dell’antifascismo.”

Come hanno accolto i suoi familiari o altre persone della comunità di Arzo la sua iniziativa?
“I miei familiari sono stati molto contenti. É un tema molto sentito ad Arzo, ma per il quale è poi difficile fare qualcosa di tangibile. Nel mio piccolo sono soddisfatto di aver fatto qualcosa che agli abitanti del mendrisiotto, come ai respinti, era dovuta. Sono contento inoltre che il responso è positivo e condiviso dalle forze politiche, al punto che quasi tutti gli schieramenti hanno aderito sottoscrivendola, dimostrando che è un’intenzione condivisa.”

La mozione è stata consegnata in cancelleria questa mattina. La commissione preposta l’analizzerà e darà un preavviso a riguardo. La palla passerà poi al Municipio, il quale darà anch’esso il suo preavviso al Consiglio Comunale, che avrà l’ultima parola in merito.

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